Si è consumato nella giornata di ieri, a Pozzuoli, il tragico caso di omicidio-suicidio che ha portato alla morte di due persone, marito e moglie. In casa c’erano anche i tre figli minori, che però non avrebbero assistito alla scena. Il movente? Forse la gelosia dell’uomo. Ma le indagini sono ancora in una fase embrionale.
Omicidio-suicidio a Pozzuoli: morti marito e moglie di 50 e 49 anni
È successo in un appartamento al primo piano di un condominio in via Giuseppe Parini, nel quartiere popolare di Monterusciello. A dare l’allarme sarebbero stati i tre figli minorenni della coppia – presenti in casa al momento dei fatti -, dopo aver sentito dei colpi di arma da fuoco provenire dalla stanza dove i genitori avevano da poco avuto una discussione. Al loro arrivo, i carabinieri avrebbero trovato, in una pozza di sangue, i corpi senza vita di Antonio Di Razza, 50 anni, e Angela Gioiello, 49 anni, marito e moglie, entrambi nati a Napoli.
Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato l’uomo ad uccidere la compagna, prima di togliersi la vita. Le avrebbe sparato a bruciapelo – con una pistola detenuta illegalmente – al culmine di una lite scoppiata, forse, per motivi di gelosia. L’ennesima. Secondo quanto riporta il Mattino, “era convinto che lei lo tradisse”. Nessuno poteva pensare, però, che sarebbe mai arrivato a tanto. Come accade spesso in casi simili.
Non ci posso credere, una famiglia da invidiare a cui ho voluto davvero bene,
ha riferito una residente al Corriere della Sera. In tanti, dopo la notizia, si sono infatti recati sotto casa della coppia per verificare con i loro occhi l’accaduto. Operaio presso un’azienda satellite della Prysmian Group – specializzata nella produzione di cavi -, Di Razza era, secondo chi lo conosceva, una persona “tranquilla”.
Gli inquirenti che lavorano al caso dovranno ora capire cosa abbia fatto scattare la sua furia omicida nei confronti della moglie, che si occupava a tempo pieno dei tre figli, di 8, 13 e 16 anni, rimasti orfani.
Il secondo caso di omicidio-suicidio in pochi giorni
L’omicidio-suicidio di Pozzuoli segue, di qualche giorno, quello di Verona, consumatosi il 23 luglio scorso. A morire, in quel caso, erano stati due giovanissimi, i fratelli Patrizio ed Edoardo Baltieri, di 28 e 24 anni. Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stato il maggiore ad uccidere il minore, prima di togliersi la vita, dopo essersi rintanato nella sua camera da letto.
A trovare i loro corpi senza vita era stato il padre che, insieme alla moglie, ha già dovuto affrontare, cinque anni fa, la dolorosa scomparsa del figlio maggiore, morto a causa di una leucemia fulminante. Rincasando, l’uomo aveva trovato prima Edoardo, all’ingresso: secondo i risultati dell’autopsia, Patrizio lo avrebbe colpito almeno quattro volte, di cui una, fatale, al cuore, con una pistola semiautomatica ad uso sportivo che aveva acquistato un mese prima.
Voleva essere sicuro di ucciderlo. Poi si sarebbe chiuso a chiave in camera, sparandosi un colpo deciso alla testa con un fucile a pompa comprato il giorno stesso. Per questo gli inquirenti sono sicuri che avesse premeditato tutto nei minimi dettagli, anche se non è chiaro il motivo. Né, forse, verrà mai chiarito.
L’ipotesi più accreditata è che il 28enne, dopo la morte del terzo fratello, avesse sviluppato una sorta di “odio” nei confronti del più piccolo. Da un po’ si era isolato da tutto e da tutti e viveva sempre più recluso in casa, senza avere rapporti con l’esterno. La verità che si cela dietro al delitto sarà seppellita insieme a lui.
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