Tensione a Primavalle, dove questo pomeriggio andava in scena la manifestazione in ricordo di Michelle Causo, la 17enne che un mese fa veniva accoltellata, massacrata e lasciata in un carrello della spesa accanto ai cassonetti della spazzatura nel quartiere.
Manifestazione per Michelle Causo, il video della marcia dalla chiesa al luogo del ritrovamento
Dopo aver lasciato la chiesa di Santa Maria della Presentazione in cui si era svolta una messa a suffragio della ragazza, alcuni manifestanti hanno bloccato Via di Torrevecchia al grido di “Giustizia! Giustizia!”, mostrando cartelli di protesta, anche contro la violenza sulle donne e in ricordo della ragazza. Le prime avvisaglie di tensioni c’erano state quando la polizia non ha voluto chiudere la strada asserendo che le 20 persone erano poche rispetto alle centinaia preannunciate. La loro azione ha portato a scambi verbali con gli automobilisti, molti dei quali colti di sorpresa dal blocco stradale. A una donna che chiedeva strada alcuni manifestanti hanno preso a calci gli sportelli della macchina.
Proprio in questo frangente si sono radunati altri ragazzi, portando il totale a circa 80 persone. Il corteo ha lasciato via di Torrevecchia, puntando verso il luogo dove Michelle è stata uccisa.
I momenti più duri in via Dusmet. Dopo le 21 la situazione è tornata alla “normalità”.
I manifestanti si sono poi spostati in via Dusmet, il palazzo dove vive il giovane accusato dell’omicidio. Qui gli animi si sono scaldati ulteriormente, diventando anche un pesante scambio verbale con un residente. I giovani hanno tappezzato l’ingresso con cartelloni che chiedevano di “Educare i figli” e “Stop violenza contro le donne”, urlando ai condomini di farsi avanti e dire perché nessuno aveva sentito niente in quel tragico pomeriggio di un mese fa. Dopo aver sfondato il cancello i ragazzi sono entrati all’interno e alcuni di loro hanno sfogato la propria rabbia nell’appartamento dove si è consumato il delitto, salvo poi allontanarsi per proseguire il corteo. A controllare la situazione gli agenti di polizia, alcuni con casco e scudo.
A cercare di placare gli animi il nonno e il fidanzato della ragazza. Così la madre, che poi al megafono, e tra gli applausi, con voce pacata sul luogo in cui è stata ritrovata la figlia ha detto: “Lo stato è complice perché non ha fatto nulla contro questo ragazzo, ma deve essere punito come merita. Queste cose devono finire per sempre”. “Quel ragazzo aveva precedenti! Mia figlia a casa non ci torna! Ergastolo!”, gridava intanto il padre della vittima.
La tensione è salita nuovamente quando il corteo, dopo aver reso omaggio a Michelle con fumogeni e cori, ha cercato di andare davanti al Liceo Gassman, con il desiderio di affiggere lo striscione preparato per l’amica proprio dove una foto di Michelle era stata strappata. A quel punto la polizia si è schierata per bloccare il passaggio asserendo che quella parte del percorso non era stata autorizzata. Il nonno, la mamma, il fidanzato Flavio e alcuni dei migliori amici di Michelle hanno con maturità evitato che la situazione degenerasse in degli scontri. Poco dopo le 21, gli animi si sono placati, con la polizia che ha identificato i presenti a seguito delle denunce per il portone sfondato. Il quartiere è tornato nella calma apparente che da un mese lo contraddistingue, nonostante la sanguinosa ferita e la voglia di giustizia sono lontane dall’essere placate.
Le foto dello striscione per Michelle Causo
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