Scuola, in arrivo le nuove assunzioni aggiuntive dalle graduatorie (fino a 10mila) di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) per rafforzare le segreterie scolastiche alle prese con i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Arrivano dal decreto Pa bis, attualmente in Commissione alla Camera e in sede di approvazione, le novità relative alla scuola, anche in merito alle nuove abilitazioni dei docenti precari e dell’acquisizione di 30 crediti formativi universitari (Cfu) da aggiungere a quelli già in possesso. La nuova abilitazione riguarderà sia le scuole statali che quelle paritarie.
Scuola, 10mila assunzioni aggiuntive Ata 2023-2024 dalle graduatorie
Dal nuovo pacchetto scuola contenuto nel decreto Pa bis arrivano fino a 10mila nuove assunzioni di personale Ata per l’anno 2023-2024. Si tratterà di immissioni relative a unità che andranno a rafforzare le segreterie scolastiche alle prese con l’attuazione dei progetti rientranti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
A tal proposito, il ministero dell’Istruzione e del Marito di Giuseppe Valditara renderà disponibili 50 milioni di euro per le immissioni Ata dei prossimi mesi. Tali risorse erano originariamente destinate all’avvio dei percorsi di abilitazione degli insegnanti, poi non attuati nell’anno scolastico in chiusura. L’organico aggiuntivo di personale Ata per l’avvio del nuovo anno scolastico varierà da un minimo di 6mila a un massimo di 10mila unità. Le assunzioni avverranno mediante lo scorrimento delle graduatorie interne alle scuole che procederanno a seconda delle proprie necessità di organico.
Con le risorse messe a disposizione dal ministero (50 milioni) troveranno copertura le assunzioni Ata relative ai primi quattro mese del nuovo anno scolastico. Le novità arrivano dagli emendamenti che sono stati approvati nelle Commissioni I e XII riunite della Camera, relativi alle misure riguardanti la scuola.
Scuola, assunzioni Ata e abilitazione insegnanti precari: ultime novità del decreto Pa bis
Tra le novità in arrivo con il nuovo provvedimento del governo, vi è la parte relativa all’abilitazione degli insegnanti precari. Secondo quanto prevede l’emendamento, infatti, sui percorsi di abilitazione dei docenti – sia delle scuole statali che paritarie – saranno sufficienti 30 crediti formativi universitari (Cfu) per completare l’abilitazione di chi abbia già esperienza nella scuola. Per questo percorso abilitativo semplificato sono necessari almeno 36 mesi di servizio nella scuola come supplenti nei precedenti cinque anni la richiesta di abilitazione. I docenti precari potranno evitare, in questo modo, di dover conseguire i 60 crediti formativi universitari (Cfu) richiesti agli aspiranti insegnanti in uscita dalle università nel prossimo anno accademico.
Cfu abilitazione insegnanti, cosa succede se non partono i corsi?
Importante novità fissata dal decreto Pa bis proprio in merito ai percorsi di formazione dei docenti, riguarda il mancato avvio dei corsi presso le università. In tal caso, il provvedimento segnala le difficoltà alle quali potrebbero andare incontro gli atenei prima di funzionare a pieno regime. A questo proposito, il provvedimento chiarisce che, nel caso in cui nei prossimi tre anni non sia possibile l’iscrizione ai corsi abilitativi per mancanza dell’offerta formativa da parte degli atenei, riguardo alle procedure di riconoscimento delle scuole paritarie gli insegnanti potranno fare a meno dell’abilitazione se in possesso di almeno 36 mesi di servizio negli ultimi dieci anni.
Nuova piattaforma unica ministero Istruzione in arrivo: a cosa serve?
Trova conferma, infine, la nascita della piattaforma informatica unica come canale di accesso ai servizi messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Il personale scolastico e gli aspiranti docenti potranno trovare, all’interno della piattaforma, tutti gli argomenti relativi all’offerta formativa, all’orientamento, all’arricchimento dell’esperienza scolastica, alla fruizione di contributi economici a favore di famiglie e studenti.
In quest’ultimo caso, il ministero di Viale Trastevere potrà acquisire le informazioni direttamente dall’Inps per quanto concerne l’Isee, abbreviando le procedure di individuazione degli aventi diritto e l’erogazione degli incentivi. Sarà questo dunque il meccanismo che il ministero seguirà anche per le borse di studio e per i contributi a sostegno dei viaggi scolastici.