Dallo scorso mese di maggio sono finora sei i casi confermati di infezione nell’uomo da West Nile (WNV la sigla), il virus del Nilo occidentale che in Lombardia ha già registrato un decesso. Lo comunica l’Istituto Superiore di Sanità nel bollettino aggiornato a ieri, 27 luglio.

Da quanto riferisce l’Iss, sono sei da maggio i casi di infezione nell’uomo da West Nile, il virus del Nilo occidentale. Un morto in Lombardia.

Dei sei casi – riferisce l’Iss – tre si sono manifestati nella sua forma neuro-invasiva (due in Lombardia e uno in Emilia-Romagna), due sono emersi da donazioni di sangue (uno in Emilia-Romagna, l’altro in Piemonte); il sesto, ancora in Lombardia, tramite febbre.

Il primo caso in assoluto è stato registrato nel Parmense, mentre sono in tutto 27 le province con dimostrata circolazione di WNV distribuite su sei ragioni: oltre alle tre citate, Veneto, Sicilia e Sardegna.

Sono le zanzare a trasmettere il virus. È allo studio un vaccino.

Il virus si chiama così perché fu isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, proprio nel distretto del Nilo occidentale. È diffuso praticamente ovunque e viene trasmesso principalmente dalle zanzare. Più raramente attraverso trapianti, trasfusioni e trasmissione al feto. Non è trasmissibile da persona a persona e può diffondersi anche tra gli equini, talvolta tra cani, gatti e conigli.

Dal momento della puntura della zanzara, il periodo di incubazione varia tra i 2 e i 14 giorni. Può arrivare a 21 nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Vaccini sono allo studio. Al momento – informa ancora l’Istituto Superiore di Sanità – l’unico strumento di prevenzione è evitare l’esposizione alle zanzare nel periodo propizio per la trasmissione.

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