Un porto morto. Si sarebbe arenata su questo attracco cieco, la trattativa che avrebbe dovuto portare il Movimento 5 Stelle all’interno del gruppo dei Verdi Europei. I tentativi del Presidente Giuseppe Conte sono stati tanti e frequenti negli ultimi mesi ma non sempre hanno trovato, dall’altra parte, una piena disponibilità a completare l’ingresso. Alcuni nemici Conte li ha a due passi da casa, proprio a Roma. C’è Angelo Bonelli, deputato e portavoce dei Verdi, a voler chiudere la porta all’ex Presidente del Consiglio. Non si è mai troppo nascosto su questo Bonelli che solamente 7 mesi fa, in una conferenza stampa, chiudeva la porta al Movimento 5 Stelle: “Giuseppe Conte ha avuto posizionamenti politici più disparati. Ha governato con la Lega con cui ha fatto i decreti sicurezza ed approvando un piano clima che non ha nulla a che vedere con l’ambiente. Senza dimenticare la sua vicinanza alla Russia e a Bolsonaro. Come si è cambiato ieri si può cambiare oggi e così domani. Chiediamo al gruppo di respingere la sua richiesta perché non c’è nessuna comunanza valoriale”.

Movimento 5 Stelle nei Verdi Europei: trattativa finita

Il motivo per cui questa notizia torna in auge a diversi mesi di distanza sta sia nel timing: manca un anno alle elezioni europee ed è normale – lo sarà sempre di più, come lo stiamo vedendo ad esempio in casa centrodestra – assistere a mosse e contromosse di questo tipo. Ma sta anche sulla stampa: un articolo del Foglio pubblicato ieri, infatti, ha acclarato la conclusione di questa trattativa quindi l’impossibilità per Giuseppe Conte di portare il Movimento 5 Stelle dentro i greens. Il Foglio, poi, parla anche di alcuni presunti viaggi in giro per l’Europa di Angelo Bonelli. Ma il portavoce dei Verdi – che pure ha confermato la chiusura ad un possibile ingresso del Movimento 5 Stelle nel gruppo europeo – ci ha tenuto a smentire quanto riportato dal sopracitato quotidiano nazionale.

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Dove sono di casa, le stelle?

Che farà il Movimento 5 Stelle che ha sempre faticato a trovare una casa in Europa? Complice anche il continuo riposizionamento che il partito ha avuto, negli anni, proprio nei confronti dell’Europa: inizialmente euroscettico – ricordiamo che il primo M5s era iscritto ad Efdd, il gruppo del paladino della Brexit, Nigel Farage – poi il tentato ingresso in Alde – negato dall’allora Presidente Guy Verhofstadt – infine l’ingresso nel gruppo dei non iscritti dove tutt’ora sono collocati i pentastellati di Strasburgo. Oggi dopo piroette, metamorfosi e cambiamenti necessari per adattarsi all’ambiente e non perire, il Movimento 5 Stelle ha un profilo dichiaratamente europeista. Ma questo, forse proprio per una storia ricca di contradizioni, non è sufficiente a consentire loro di trovare una casa europea. Nella galassia d’Europa, sembra non esserci spazio per le stelle.

Inquietudini verdi

Le cose potrebbe cambiare alla luce delle inquietudini verdi che sembrano alzarsi proprio in queste ore. Bonelli avrebbe deciso di anticipare a prima delle Europee il congresso che dovrebbe nominare il nuovo leader. Contro di lui, infatti, ci sarebbe un movimento di protesta rappresentato dalla co-portavoce Eleonora Evi che oggi interviene su Repubblica proprio per dettare una nuova linea:

Quello ecologista dovrebbe essere un arbusto centrale del centrosinistra italiano e non è una definizione casuale, la cultura democratica deve essere coltivata e tutelata, soprattutto nelle amministrazioni locali. Dalla qualità della vita, alla qualità del lavoro, gli ecologisti hanno sempre una proposta sostenibile.

Dopo il Congresso riprenderanno le operazioni per mettere in piedi un’alleanza per il clima. È lì, forse, che Giuseppe Conte spera di tornare in corsa per confluire nel gruppo. Per il momento è chiusura totale. Bonelli è stato chiaro.