L’Imposta Municipale Unica è un tributo comunale che incide sul possesso di immobili. Il gettito, disciplinato a livello nazionale, finisce direttamente nelle casse degli enti locali. Le aliquote IMU dei Comuni sono determinate dalla Legge di Bilancio 2020 e si estendono ai vari tipi di immobili. Quali sono le novità e le variazioni previste per il 2023 e quali sono le regole relative ai metodi di calcolo? Andiamo a scoprire quali sono le variazioni previste quest’anno e cosa è stato stabilito con il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 6 luglio 2023.
Aliquote IMU Comuni: cosa cambia con il decreto del MEF del 6 luglio 2023
Nonostante la legge nazionale stabilisca le aliquote IMU, i comuni hanno un certo margine di manovra. Questi possono modificare le aliquote IMU rispettando la propria autonomia regolamentare e rimanendo all’interno del range di azione definito dalla legge. Tuttavia, per rendere effettive tali modifiche, devono seguire procedure specifiche. È necessario adottare una delibera, che dovrà poi essere comunicata al Dipartimento delle Finanze entro il 14 ottobre e pubblicata sul suo sito entro il 28 ottobre dello stesso anno. Questo processo è regolato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze secondo le regole stabilite nel decreto del 6 luglio 2023.
Regole di calcolo dell’IMU e novità 2023
L’IMU si versa in due tranche: l’acconto e il saldo. L’acconto scade il 16 giugno di ogni anno d’imposta e il saldo il 16 dicembre dello stesso anno. Nel caso in cui la scadenza coincida con un sabato o una domenica, il termine viene posticipato al primo giorno lavorativo successivo.
Per calcolare l’acconto, si devono utilizzare le aliquote IMU dell’anno precedente, mentre il saldo deve essere calcolato con le nuove aliquote deliberate dal comune per l’anno in corso. Tuttavia, come già detto, queste nuove aliquote possono essere applicate solo se la delibera viene caricata sul portale del federalismo fiscale entro il 14 ottobre e pubblicata entro il 28 ottobre. In caso contrario, per il saldo si devono utilizzare le aliquote di base previste dalla legge.
I regolamenti e le delibere che determinano le aliquote IMU devono essere approvati dal comune entro il termine stabilito dalle norme statali. Dopo l’approvazione, devono essere pubblicati sul sito internet del Dipartimento delle Finanze per essere efficaci per l’anno corrente, come stabilito dalla Legge n. 197/2022.
Una volta approvate, le delibere che determinano le aliquote IMU devono essere trasmesse al Dipartimento delle Finanze. Il Dipartimento provvede quindi alla loro pubblicazione sul proprio sito web. Questa pubblicazione è fondamentale perché fornisce una fonte affidabile e facilmente accessibile per i cittadini che devono pagare l’IMU. Inoltre, serve anche come base per eventuali controlli e verifiche da parte delle autorità fiscali.
Le delibere comunali vengono sottoposte a un processo di controllo per verificare la loro conformità con le normative vigenti. Se durante questo processo vengono individuate delle irregolarità, il Dipartimento delle Finanze può richiedere al comune di apportare le necessarie modifiche.
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Aliquote IMU Comuni: come si differenziano
Il decreto MEF del 6 luglio 2023 ha individuato le specifiche immobiliari su cui i comuni possono intervenire per diversificare le aliquote IMU. Queste comprendono:
- Abitazione principale di categoria catastale A/1, A/8 e A/9;
- Fabbricati rurali ad uso strumentale;
- Fabbricati appartenenti al gruppo catastale D;
- Terreni agricoli;
- Aree fabbricabili;
- Altri fabbricati.
Una volta deliberate le differenziazioni, i comuni devono elaborare e trasmettere al Dipartimento delle finanze del MEF il Prospetto, contenente le categorie di immobili selezionate. Questo Prospetto deve essere inviato attraverso l’applicazione informatica disponibile nel portale del federalismo fiscale. Qualsiasi delibera approvata senza il Prospetto non sarà valida.
L’utilizzo del Prospetto, reso obbligatorio dal provvedimento, finalizzato alla redazione della delibera di approvazione delle aliquote IMU parte dall’anno d’imposta 2024.