Martedì 1° agosto 2023 rappresenta una data chiave per i dipendenti pubblici. Si tratta del termine entro il quale dovrebbero essere inviate le prime bozze di proposta contrattuale relative all’anticipo della liquidazione Tfr e Tfs per i dipendenti pubblici a un tasso agevolato. Un’opportunità preziosa, soprattutto se consideriamo che le attuali tempistiche di liquidazione, di recente dichiarate incostituzionali, sono lunghe e complesse. Ma andiamo con ordine.

Anticipo Tfr e Tfs dipendenti pubblici: cos’è e perché è rilevante

L’anticipo Tfs (Trattamento di fine servizio) e Tfr (Trattamento di fine rapporto) è una misura studiata per permettere ai dipendenti pubblici di accedere in anticipo a una parte o all’intero importo maturato, in modo da affrontare spese o investimenti senza dover attendere il termine del proprio rapporto lavorativo.

Questo strumento dovrebbe velocizzare l’erogazione della liquidazione di fine rapporto per i dipendenti pubblici, i quali, in certi casi, devono attendere più di due anni per ricevere la prima tranche da 50 mila euro. Tuttavia, dopo l’invio delle domande, a partire dal 1° febbraio 2023, non sono ancora arrivati i primi esiti dall’Inps, generando così ulteriori attese.

La data del 1° agosto 2023 è particolarmente significativa in quanto segna la scadenza del termine massimo di 180 giorni per la definizione del procedimento da parte dell’Inps, come stabilito dalla normativa. A partire da questa data, ci si aspetta che l’Istituto inizi a inviare le bozze di proposta contrattuale.

E dopo il 1° agosto che succede?

Superata la fase di controllo preliminare, a partire dalla settimana successiva al 1° agosto, l’Inps dovrebbe quindi iniziare a inviare le comunicazioni con le proposte contrattuali. Il lavoratore avrà 30 giorni di tempo per accettare o rifiutare la proposta. In caso di mancata risposta, la domanda verrà considerata annullata.

Una volta accettata la proposta e confermata la decisione attraverso il portale MyInps, il lavoratore dovrà attendere ulteriori controlli da parte dell’Inps. Solo dopo la formalizzazione del contratto di anticipazione, si saprà se la richiesta è stata definitivamente accettata o se le risorse disponibili sono insufficienti.

Liquidazione Tfr e Tfs dipendenti pubblici subito: novità e aggiornamenti

Mentre i lavoratori attendono, il governo Meloni è chiamato a trovare una soluzione per garantire che le tempistiche di pagamento del TFS/TFR per i dipendenti pubblici siano allineate a quelle del settore privato, come richiesto dalla Corte Costituzionale.

Alcune voci suggeriscono che il governo stia considerando di coprire il costo degli interessi, rendendo il prestito fornito dalle banche come trattamento di fine servizio a costo zero per il pensionato. Seppur rappresenti una soluzione temporanea, potrebbe risolvere uno dei problemi sollevati di recente dalla Consulta.

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Cos’è il Tfr e come funziona

Ricordiamo che il Trattamento di fine rapporto è un importo che fa parte della retribuzione del lavoratore e viene messo da parte dal datore di lavoro per ogni mese di lavoro svolto. Il pagamento avviene alla fine del contratto di lavoro, ma esistono alcune eccezioni che permettono di ottenere un anticipo.

In particolare, un lavoratore può richiedere l’anticipo del Tfr dopo almeno 8 anni di anzianità nell’azienda e deve motivare la richiesta tra tre opzioni:

  • Acquisto della prima casa;
  • Spese sanitarie;
  • Sostenimento delle spese durante i periodi di congedo specifici.

L’azienda può soddisfare le richieste di anticipo TFR solo da una percentuale limitata dei suoi lavoratori: il 10% dei dipendenti aventi diritto e comunque non più del 4% del totale dei dipendenti.

L’importo massimo concesso per l’anticipo TFR dipende dal luogo in cui è depositato il TFR:

  • Se l’azienda è obbligata a versare il TFR al Fondo di Tesoreria Inps (ossia, per le aziende con più di 50 dipendenti), l’anticipo non può superare il 70% del totale maturato.
  • Se invece il Tfr è accantonato direttamente dall’azienda, l’anticipo può essere superiore al 70%, ma questa scelta è a discrezione dell’azienda, che deve bilanciare le varie richieste.

Ci sono alcune eccezioni a questa norma. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione, le aziende con meno di 25 dipendenti non sono obbligate a soddisfare le richieste di anticipo Tfr. Inoltre, le aziende in crisi, secondo la legge 675 del 1977, sono esentate dall’obbligo di fornire anticipi sul Tfr.