La Leader del Myanmar Aung San Suu Kyi, estromessa a seguito di un colpi di Stato avvenuto nel 2021, è stata scarcerata e trasferita in un edificio governativo. A dare la notizia è stato un funzionario della Lega nazionale per la Democrazia, che ha preferito restare nell’anonimato. Nel comunicato si legge anche che la leder sta già tenendo incontri con varie personalità di grande spessore politico, tra cui il il portavoce della Camera bassa del Paese TiKhun Myat.
Inoltre, è previsto a breve l’incontro tra la premio Nobel Aung San Suu Kyi e l’inviato speciale di Pechino per gli affari asiatici, Deng Xijuan, in visita in queste ore in Myanmar.
Myanmar, la leader Aung San Suu Kyi scarcerata: ora è in un edificio governativo, era stata condannata a 33 anni
Aung San Suu Kyi esce di prigione, sebbene non in libertà, dopo il processo fiume avviato nel 2021 a seguito del colpo di Stato militare del primo febbraio che l’aveva destituita. La Consigliera di Stato era stata condannata a 33 anni di carcere, accusata a vario titolo di corruzione, possesso di walkie talkie illegali e violazione delle restrizioni del coronavirus. La comunità internazionale aveva giudicato «politico» il processo, mentre i gruppi per i diretti hanno parlato di «una farsa».
La sua incarcerazione risale al giungo 2022, dopo un anno di arresti domiciliari a Naypyidaw: la leader politica era dunque stata trasferita, all’età di 78 anni, in una prigione in un altro distretto della capitale, privata del suo personale e affidata ad aiutanti scelti dall’esercito.
Aung San Suu Kyi trasferita dal carcere: non è chiaro se la decisione sarà definitiva
Era stata l’agenzia di stampa Associated Press a fomentare, negli scorsi giorni, la possibilità che la nota leader del Myanmar uscisse di prigione e fosse trasferita ai domiciliari. L’ipotesi era nata a partire da alcune dichiarazioni di un funzionario, che aveva spiegato quanto la giunta militare avesse deciso di mostrare clemenza verso i detenuti in occasione di una festività religiosa importante per il Paese.
Non è ancora certo se questo trasferimento in un edificio governativo sarà definitivo o se Aung San Suu Kyi dovrà tornare in carcere.