Il 14 marzo scorso, il Parlamento europeo ha dato il via libera alla Direttiva sulle case green. Successivamente, il 6 giugno, a Bruxelles, la Direttiva degli edifici in tutta Europa è stata discussa. Qual è l’obiettivo? Ridurre le emissioni di gas e il consumo di energia nel settore edile entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050.

Spieghiamo nel testo cosa prevedono le deroghe e quali sono gli edifici esonerati dalla Direttiva case green.

Deroghe Direttiva case green

L’Unione europea ha votato la legge per introdurre lavori di ristrutturazione obbligatorie degli immobili al fine di ridurre le emissioni e garantendo un miglior efficientamento energetico.

L’obiettivo è quello di avere, entro il 2030, tutti gli immobili con classe energetica E, riducendo i consumi energetici e le emissioni di CO2 nei 27 Paesi membri. Attualmente, l’obbligo di ristrutturazione riguarda tutti gli edifici e le case che hanno una classe energetica inferiore ad E.

Secondo il testo approvato, gli edifici residenziali hanno l’obbligo di raggiungere una classe di prestazione energetica minima E entro il 2030 e classe D entro il 2033.

Alcuni edifici sono esonerati dall’obbligo di raggiungere la classe energetica E. Quali tipologie di edifici sono esonerati?

  • Le abitazioni unifamiliari con superficie inferiore a 50 metri quadrati;
  • Seconde case utilizzate meno di 4 mesi all’anno;
  • Edifici che ricadono nei centri storici;
  • Immobili vincolati dai Beni Culturali;
  • Chiese e edifici di culto;
  • Immobili di proprietà delle Forse Armate o del Governo centrale, la cui destinazione è la difesa nazionale.

La deroga ha, quindi, “salvato” circa 4 milioni di edifici in Italia dagli obblighi di riqualificazione.

Inoltre, anche gli stati membri hanno la possibilità di prevedere altre deroghe per le seguenti categorie di immobili:

  • Edifici agricoli non residenziali;
  • Stagioni di approvvigionamento infrastrutturale;
  • Edifici adibiti a luogo di culto e allo svolgimento di attività religiose;
  • Siti industriali;
  • Immobili temporanei, ovvero quelli utilizzati per meno di 2 anni;
  • Immobili residenziali utilizzati meno di 4 mesi ogni anno o con un consumo energetico inferiore al 25% di quello presunto per l’anno;
  • Edifici indipendenti con una superficie calpestabile inferiore a 50 metri quadrati.

Chi deve adeguarsi alla Direttiva UE case green

Poc’anzi, abbiamo elencato quali sono i casi di esclusione dall’obbligo di riqualificazione case green. Tutti gli altri edifici devono sottostare alle regole di riqualificazione:

  • Nuovi edifici pubblici a zero emissioni entro 2026;
  • Edifici non residenziali/pubblici, classe E/F, entro il 2027;
  • I nuovi edifici dovranno adeguarsi alle tecnologie solari entro il 2028;
  • Nuovi edifici residenziali a zero emissioni dal 2028;
  • Edifici non residenziali/pubblici, classe D/E, entro il 2030;
  • Edifici residenziali, classe E, entro il 2030;
  • Case in ristrutturazione, tecnologie solari, entro il 2032;
  • Edifici residenziali, classe D, entro il 2033.

Per il momento, la Direttiva non prevede nessuna sanzione nel caso in cui non vengano effettuate le ristrutturazioni così come previsto. Tuttavia, i Governi potranno prevedere l’applicazione di sanzioni per mancato rispetto delle regole stabilite.

Bonus case green in vigore

È possibile fruire di un bonus in vigore per case green. Si tratta di una detrazione al 50% dell’Iva entro il 31 dicembre del 2023. Come ottenere il bonus? Per avere l’agevolazione, l’immobile acquistato deve rientrare nelle classi energetiche A e B e deve essere acquistato dal costruttore oppure da organismi di investimento collettivo del risparmio.

Chi può beneficiare della detrazione Irpef? Il bonus spetta alle persone fisiche. Sono escluse le società di capitali e gli enti non commerciali.

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