Attraverso il suo presidente e amministratore delegato, François-Henri Pinault, il gruppo Kering ha annunciato nel corso del suo resoconto semestrale l’acquisizione del 30% del pacchetto azionario della maison Valentino da Mayhoola, società qatariota che detiene ancora la maggioranza. Si è trattato di un’operazione da 1,7 miliardi di euro in contanti, che potrebbe poi aprire la strada alla stessa Mayhoola per diventare azionista di Kering.
Operazione da 1,7 miliardi quella che ha portato Kering a rilevare il 30% di Valentino da Mayhoola.
Già in controllo di Balenciaga, Bottega Veneta, Gucci, Pomellato e Saint-Laurent, il gruppo francese è il secondo al mondo nel campo del lusso dopo Lvmh. Mentre l’accordo stipulato con la società del Qatar prevede un’opzione a favore dei francesi per acquisire l’intero pacchetto non oltre il 2028.
Nel campo d’azione dei due colossi, e con il 2% nell’incremento delle vendite, Kering non sta proprio brillando. Almeno a giudicare dal confronto proprio con Lvmh, azienda che, tra i 70 marchi che vanta, annovera nomi come Bulgari, Fendi, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Louis Vuitton e Marc Jacobs.
La maison fondata da Valentino Garavani è diffuso in 30 Paesi del mondo. Nel 2022 ha registrato ricavi per 1,4 miliardi.
In mezzo all’incontro tra i due giganti, c’è appunto Valentino. Emblema della moda, dello stile e del lusso italiani fondato da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti nel 1960. Un impero oggi ramificato su quasi 30 Paesi con più di 200 negozi. Nel 2022 ha registrato ricavi per 1,4 miliardi. Dato che ha portato alla conferma di Jacopo Venturini e Pier Paolo Piccioli nei ruoli, rispettivamente, di amministratore delegato e direttore creativo.
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