Questo luglio ha fatto la storia: secondo la World meteorological organization, un ente dell’Onu, il mese che sta per concludersi ha battuto tutti i record in fatto di caldo. Temperature così alte non si erano mai registrate nella storia della terra, come dimostrano i dati del Copernicus Climate Change Service, finanziato dall’Unione europea.

Le prime tre settimane di luglio sono state le più calde mai registrate e il mese è sulla buona strada per essere il più caldo di sempre e il luglio più caldo in assoluto.

Riassumono dalla WMO e dal Copernicus. Abbiamo dunque sfondato un nuovo record, ma c’è ben poco di cui essere fieri. Il cambiamento climatico causato dall’azione umana comincia ad far scorgere i suoi effetti evidenti in tutto il globo: anche l’Italia, come tanti altri Paesi, sta vivendo sulla sua pelle gli effetti di un rialzo innaturale delle temperature.

Durate la prima e la terza settimana del mese, il termometro è addirittura arrivato a segnalare un aumento di 1,5 gradi celsius rispetto al livello preindustriale, quella stessa soglia che gli esperti indicano come il punto di non ritorno: un’innalzamento stabile delle temperature oltre quel limite causerebbe danni irreversibili agli ecosistemi.

Gli scienziati commentano affermando che

Queste temperature sono state correlate alle ondate di calore in gran parte di Nord AmericaAsia ed Europa, che insieme agli incendi in Canada e Grecia, hanno avuto importanti impatti sulla salute delle persone, sull’ambiente e sulle economie.

Caldo record in tutto il mondo, l’Onu: “Il cambiamento climatico è qui. È terrificante. Ed è solo l’inizio”

«Ebollizione globale»: così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito la nuova condizione che il nostro pianeta si sta trovando a vivere. L’appello di Guterres risuona dunque in tutte le parti del mondo: il cambiamento climatico ora è evidente e siamo in obbligo di fare quanto è – ancora – possibile per rallentarlo.

Per l’intero pianeta, è un disastro. A meno di una mini-era glaciale nei prossimi giorni, luglio 2023 infrangerà i record su tutta la linea. Il cambiamento climatico è qui. È terrificante. Ed è solo l’inizio.

Ha affermato Guterres da New York.

Il giorno più caldo di questo bollente 2023 è stato il 6 luglio, che ha fatto registrare una temperatura media giornaliera della superficie globale pari a 17,08 gradi, battendo il precedente record detenuto dal 13 agosto 2016 (16,80 gradi). Anche la temperatura del mare è stata molto più elevata della media stagionale, anche per effetto della corrente El Nino.

Il direttore del servizio Copernicus Climate Change, Carlo Buontempo, ha spiegato che

le temperature da record fanno parte della tendenza al drastico aumento delle temperature globali. Le emissioni antropogeniche sono in definitiva il principale motore di queste temperature in aumento. È improbabile che il record di luglio rimanga isolato quest’anno; le previsioni stagionali indicano che le temperature sulle aree terrestri saranno probabilmente ben al di sopra della media, superando l’80/o percentile della climatologia per il periodo dell’anno.

Preoccupazione per le temperature in Cina

Senza precedenti, in particolare, le temperature registrate in Cina. Il 16 luglio nella città di Turpan, nella provincia dello Xinjiang, si sono registrati 52,2 gradi centigradi. In Europa è invece la Sicilia a detenere il record di temperatura, con il termometro che è arrivato a segnare ben 48,8°C.

Petteri Taalas, Il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, ha commentato così questi dati:

Il clima estremo che ha colpito molti milioni di persone a luglio è purtroppo la dura realtà del cambiamento climatico e un assaggio del futuro. La necessità di ridurre le emissioni di gas serra è più urgente che mai. L’azione per il clima non è un lusso, ma un dovere.

L’Osservatorio dell’Onu parla dell’allarmante possibilità (stimata al 98%, poco meno di una certezza) che almeno uno dei prossimi cinque anni stabilirà un nuovo record come l’anno più caldo mai registrato. Inoltre, c’è una probabilità del 66% che almeno uno di questi cinque anni supererà temporaneamente di 1,5 gradi centigradi la media del periodo 1850-1900.