L‘appello lanciato dal fisico Antonello Pasini e da quasi 100 scienziati – 96 per la precisione – affinché si faccia corretta informazione sui media sui cambiamenti climatici arriva poche ore dopo le esternazioni del fisico Franco Prodi che, ospite ieri su Zona Bianca, ha negato che i fenomeni degli ultimi giorni in Italia possano essere considerati come «estremi» o che si possa parlare di «clima impazzito».

La voce del fisico Prodi, tuttavia, non è l’unica che, in questi giorni particolarmente difficili per il nostro Paese, si è levata per negare o comunque minimizzare il contributo dell’uomo alla crisi climatica. Il risultato, come purtroppo spesso accade, è che il dibattito sui cambiamenti climatici si è inutilmente polarizzato in una contrapposizione sterile – allarmisti vs. negazionisti – che confonde i cittadini e allontana dalla possibilità di fare una seria analisi dei fenomeni che stiamo vivendo.

Proprio per questo, secondo i ricercatori e gli studiosi del Climate Media Centre, il mondo dell’informazione deve farsi carico della responsabilità di spiegare correttamente quanto sta accadendo al nostro clima. Solo una corretta divulgazione, infatti, può contribuire a quel cambio di passo necessario per costruire un «futuro migliore».

Il fisico Pasini: “Opinioni come quelle di Franco Prodi non sono verità scientifiche. Serve un’informazione corretta sui cambiamenti climatici”

La coincidenza tra l‘appello ai media di 100 scienziati, guidati dal fisico Antonello Pasini, affinché si parli di più – e meglio – di cambiamento climatico e la discussione sulle parole di Franco Prodi ieri a Zona Bianca non deve sorprendere. Al verificarsi, purtroppo con sempre più frequenza, di ogni evento meteorologico estremo nel nostro Paese si accompagna infatti puntualmente la polemica sulle cause – e sull’esistenza o meno – della crisi climatica.

Da un lato la comunità scientifica concordemente individua le cause del surriscaldamento globale e della crisi ambientale nell’attività umana. Dall’altro lato c’è chi sminuisce questa correlazione, tra scienziati – si veda appunto il prof. Prodi – opinionisti e politici. Nel mezzo, infine, un’informazione sempre più confusa.

La redazione di TAG24 ha parlato di questa contrapposizione proprio con Antonello Pasini, fisico e grande esperto dei cambiamenti climatici, in questa intervista esclusiva.

Professor Pisani, da quali constatazioni nasce l’esigenza di lanciare questo appello ai media?

“La constatazione è che siamo tutti alle prese con questi eventi disastrosi. Le persone sono sconcertate e si chiedono se veramente il clima sia impazzito. Soprattutto, però, si chiedono perché si verifichino questi eventi, non trovando spesso risposta. Da qui l’appello ai media perché parlino del cambiamenti climatico e delle sue cause.

Il nostro dovere, come scienziati, è spiegare le cose. Di fronte a questi eventi le persone si sentono impotenti e pensano a una natura maligna che si ribella all’uomo.

Aver scoperto che il clima cambia per causa umana non è una sciagura, ma una buona notizia. Se pensassimo che il clima sta cambiando per cause naturali saremmo impotenti. Sapendo di essere la causa principale, invece, possiamo agire e cambiare le cose, evitando gli effetti più dannosi. È importante che tutto questo sia spiegato”.

I media parlano poco di cambiamento climatico o ne parlano male?

“C’è qualcuno che ne parla e qualcuno che non lo fa in maniera abbastanza intensa. Il nostro appello non è a una parte, ma a tutto il settore dell’informazione”

Cosa pensa delle affermazioni fatte ieri a Zona Bianca dal fisico Franco Prodi?

“Onestamente non l’ho sentito, ma immagino cosa abbia detto perché dice sempre le stesse cose. Il punto è uno: i maggiori scienziati del mondo sono tutti concordi. Lui è una persona contro tutti gli altri. Il professor Prodi è sicuramente competente ma è un microfisico delle nubi che si occupa di una parte del sistema climatico. Non ha la visione globale che hanno gli scienziati del clima.

Detto questo, ognuno può pensarla come vuole. Il problema è che le tesi scientifiche sono tali quando sono pubblicate sulle riviste internazionali dove si fa dibattito e revisione sui risultati della ricerca . In assenza di questo le opinioni non hanno nessun rilievo“.

Come fa un cittadino a orientarsi tra le opinioni contrastanti che sente in tema di cambiamenti climatici?

“I media non possono presentare alle pari uno scienziato del clima e Franco Prodi o qualsiasi altra persona. Un conto è parlare a lingua libera, un altro conto aver pubblicato ciò che si dice. Occorre fare una distinzione tra gli esperti – riconosciuti come tali dalla comunità scientifica – e chi invece è al di fuori di questa area“.

Lei ha più volte spiegato come i fenomeni cui stiamo assistendo sono conseguenza dell’innalzamento delle temperature. A che punto è il mondo rispetto agli obiettivi posti dall’Accordo di Parigi del 2015?

Purtroppo non a un buon punto. Secondo l’Accordo di Parigi dovremmo limitare l’innalzamento delle temperature terrestri a 1.5°C, massimo 2°C, rispetto all’epoca preindustriale. Siamo già 1.1°, dunque molto vicini. La tendenza, se si continua così, ci potrebbe portare a un aumento di 2.5°C – 3°C a fine secolo, ben distanti dall’obiettivo posto. È chiaro che si prospetta, così, una situazione estremamente pericolosa con ondate di calori sempre più forti.

L’Italia, poi, si è riscaldata più del doppio della media globale. Il Mediterraneo è un vero hotspot, nel senso di punto caldo, davvero critico nel contesto del riscaldamento terrestre. Qui è cambiata addirittura la circolazione dell’aria: se prima c’era l’anticiclone delle Azzorre, mite, oggi ci sono gli anticicloni africani molto molto caldi.

L’aumento a fine secolo delle temperature globali fino a 3°C potrebbe significare, per l’Italia, una media di 5°C in più. Noi dobbiamo assolutamente evitare questi scenari. Oggi dobbiamo adattarci. Purtroppo non possiamo pensare di tornare indietro con la temperatura, ma possiamo tentare di stabilizzarla. Il punto è evitare di arrivare a condizioni peggiori, perché altrimenti sarebbe davvero un disastro”.

Cosa ha detto il fisico Franco Prodi a Zona Bianca

Ma cosa ha detto sulla crisi climatica Franco Prodi, ospite ieri nella trasmissione di Rete4 Zona Bianca? In realtà, purtroppo, niente di nuovo. Ribadendo posizioni già espresse in passato, infatti, il fisico dell’atmosfera ha respinto l’idea che i cambiamenti climatici siano imputabili all’azione umana.

Secondo Prodi, infatti, tanto l’IPCC quanto il sistema di conferenze COP – le annuali riunioni degli Stati che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici – esagerano il grado di responsabilità dell’uomo nel deterioramento del clima. Pur non negando al 100% l’impatto delle attività antropiche, Prodi ritiene che i maggiori organismi scientifici al mondo portino avanti una narrazione sbagliata e falsa, principalmente per ragioni politiche.

Il fisico dell’atmosfera ha poi commentato gli eventi degli ultimi giorni negando il fatto che questi possano definirsi come «estremi»: essi sono solo «meteorologia». Allo stesso modo, a giudizio di Prodi, non si può parlare di «clima impazzito» perché, letteralmente, si tratta di «tutte palle».

Le opinioni del fisico, in evidente contrasto con gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica sulla crisi climatica, hanno ovviamente provocato una dura reazione da parte di coloro che credono sia necessario intervenire per salvare l’ambiente. Allo stesso modo, purtroppo, hanno offerto un ulteriore sponda a chi ritiene che i cambiamenti climatici non siano una minaccia per la Terra.