È ad una svolta il caso di omicidio avvenuto a Rocca Priora, in provincia di Roma, lo scorso Dicembre. Tre persone sono finite agli arresti, mentre una quarta risulta tuttora latitante. Tra di esse c’è la moglie della vittima ritenuta mandante dell’uccisione del marito.

I Carabinieri hanno messo in pratica il provvedimento di custodia detentiva emesso Gip del Tribunale di Velletri, nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili dell’omicidio del 49enne Petrit Caka.

Le lunghe indagini degli scorsi mesi hanno infatti portato alla luce che la morte potesse essere stata ordita dalla stessa coniuge. La donna è stata quindi tratta in arresto insieme ad altre due presunti complici.

Una quarta persona, fratello della donna e cognato della vittima, risulta attualmente latitante. Le autorità stanno lavorando in stretta sinergia con i colleghi internazionali per rintracciare l’uomo. Tutti i soggetti coinvolti sono di origine albanese ed hanno un’età compresa tra 27 e 33 anni.

Omicidio Rocca Priora: le indagini

Era il 13 Dicembre del 2022 quando le forze dell’ordine avevano rinvenuto il cadavere del 49enne Petrit Caka nel suo appartamento. L’uomo era stato brutalmente accoltellato e la morte è presto sopraggiunta per dissanguamento.

Le forze dell’ordine avevano sin da subito ipotizzato che l’uccisione potesse essere legata al mondo del gioco d’azzardo. In prima battuta infatti gli inquirenti avevano ritenuto che l’uomo fosse stato ucciso per un debito non saldato, conseguenza dell’ingente perdita di denaro.

Era stata proprio la moglie della vittima a trovare il corpo del marito senza vita, una volta rientrata a casa dal turno di lavoro. La donna era apparsa scioccata per l’accaduto e non aveva dato modo di pensare di essere coinvolta nell’omicidio.

Le autorità però hanno approfondito le indagini. Hanno dapprima analizzato le telecamere di videosorveglianza della zona per valutare gli ultimi spostamenti della vittima e soprattutto i suoi ultimi contatti. L’occhio elettronico aveva immortalato l’arrivo di due figure sospette, introdursi nello stabile al presunto orario dell’aggressione.

Gli agenti hanno così cercato di identificare i due possibili assassini. Gli accertamenti hanno portato a capire che uno dei due fosse il fratello della moglie della vittima.

Secondo l’accusa dunque, la moglie avrebbe ordito l’assassinio del coniuge chiedendo al fratello di compiere il gesto. Sembra che la decisione della donna sia avvenuta in seguito a ripetute violenze domestiche che il marito compieva su di lei.

La donna disperata si sarebbe rivolta al fratello, residente in Albania. Il giorno 10 Dicembre l’uomo sarebbe arrivato in Italia. I controlli hanno infatti fatto emergere il suo sbarco all’aeroporto di Roma Fiumicino proveniente dall’Albania. Insieme a lui vi era anche il presunto complice.

I due avrebbero raggiunto l’appartamento della vittima e l’avrebbero uccisa a coltellate inscenando una rapina andata male.

Moglie mandante, cognato esecutore

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, i due uomini sarebbero poi rientrati nel loro Paese in aereo il giorno stesso dell’omicidio. Tutti gli spostamenti erano avvenuti grazie alla collaborazione di un altro ragazzo sempre di origine albanese.

La donna invece era stata ascoltata dalle autorità e non aveva in alcun modo lasciato intendere di conoscere gli esecutori dell’omicidio del marito. Aveva descritto la cattiva abitudine della vittima di essere dipendente dal vizio del gioco d’azzardo, depistando inizialmente le indagini.

Le forze dell’ordine hanno però scavato nel passato della coppia e hanno fatto emergere che l’omicidio fosse maturato nello stesso ambiente famigliare.

Dopo mesi di controlli, i Carabinieri hanno quindi iniziato a sospettare della donna e oggi l’hanno raggiunta e fermata all’interno di una nuova abitazione sempre a Rocca Priora. Uno dei due giovani presunti complici è stato arrestato a Bari: era in procinto di abbandonare nuovamente l’Italia cercando di arrivare alla città albanese di Durazzo.

La terza persona è stata fermata mentre si stava spostando in automobile nei pressi della via Cassia. Il cognato della vittima è invece tuttora irreperibile. Su di lui pesa un dato di arresto europeo sia in Italia che in Albania.