Matteo Garrone nuovo film in arrivo e tutti gli appassionati di grande cinema sono in fibrillazione. D’altronde si parla di uno che è stato due volte vincitore del premio della giuria a Cannes con “Gomorra” nel 2008 e “Reality” nel 2012 e che si accinge a partecipare per la prima volta in concorso a Venezia con quello che la critica ha già definito un dramma sull’immigrazione. “Io Capitano”, infatti, è un lungometraggio che è stato girato in 13 settimane tra Senegal, Italia e Marocco con un cast di attori non professionisti. L’idea era di raccontare la verità sul viaggio di due giovani africani, Seydou e Moussa, che decidono di lasciare Dakar per raggiungere l’Europa. Un’opera potente che metterà in chiaro, una volta per tutte, la difficile situazione degli emigranti e tutte le insidie ​che rischiano di incontrare tra deserto, centri di detenzione e pericoli del mare. Ecco come descrive questa pellicola il diretto interessato.


Matteo Garrone nuovo film, le dichiarazioni del regista

In attesa che arrivi il 30 agosto, giorno in cui si aprirà ufficialmente la Mostra del Cinema di Venezia 2023, Garrone così parla in una nota a Variety del suo “Io Capitano”:

“Nasce dall’idea di raccontare l’epico viaggio di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno – e abbiamo deciso di posizionare la macchina da presa dal loro punto di vista per raccontare questa Odissea contemporanea dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto a immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra prospettiva occidentale, nel tentativo di dare voce, finalmente, a chi di solito non ne ha.”

La sceneggiatura è stata scritta insieme a Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri mentre la produzione è stata affidata alla compagnia di Garrone, Archimede, con RAI Cinema e la belga Tarantula Film come coproduttori. Il dramma è sostenuto da Pathé, che gestisce le vendite mondiali tramite Pathé International. Il budget è stato di circa 8 milioni di euro ma è soprattutto importante sottolineare che si tratta della prima collaborazione di Garrone con l’asso della fotografia Paolo Carnera, che ha girato la serie TV “Gomorra”, mentre come montatore ha lavorato l’abituale Marco Spoletini e come scenografo l’amico di sempre Dimitri Capuani.

Le parole agli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia

In occasione di un evento programmato prima dell’approvazione dell’emendamento al dl Giubileo, presumibilmente volto al controllo politico del CSC da parte del governo, gli studenti hanno formato un presidio in una sala da 80 posti per il dibattito pubblico e un piccolo servizio d’ordine. Ha portato la sua testimonianza Garrone che ai giovani così si è rivolto, in parte usando il suo nuovo film come metafora della necessità di restare artisticamente liberi:

“Io vi sostengo, e penso che sia giusto quello che state facendo. Cercate di lottare. Mi verrebbe da dire che è importante farlo e che questa è un’ingiustizia. Ma ognuno di voi ha la sua passione, e sono sicuro che troverete il modo di esprimerla anche in un sistema che non vi piace. Non vi farete manipolare. Troverete la vostra indipendenza anche in una situazione negativa. Sono momenti storici che passano. Certo, viviamo un’epoca in cui esistono tante forme di dittatura del pensiero: avete mai sentito parlare di appropriazione culturale? Sentirti dire che tu, perché sei italiano non puoi fare un film sull’Africa, per esempio, è inverosimile. Si tratta di un film che parla di migranti: noi italiani siamo un popolo di migranti. Io Capitano in America non sarebbe potuto nascere mai, perché non ha i requisiti del politicamente corretto. C’è una certa quantità di demenza là fuori e mi dispiace che voi, che siete in una fase di formazione, vi ritroviate a combattere contro una forma di dittatura del pensiero.”

Ecco il trailer ufficiale di “Io Capitano” di Matteo Garrone che si preannuncia un’opera importante e, come spesso accade con le opere importanti, un’occasione di grande dibattito culturale.