Prima prelevavano rifiuti e liquami da case private e lidi balneari, poi li sversavano illecitamente nei tombini, uccidendo il mare di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. Ma la truffa architettata da 7 persone, arrestate dopo un blitz della Polizia di stato tra Palermo e Trapani, coinvolgeva anche il Comune. Costretto a chiamare la la stessa ditta che aveva danneggiato i tombini per degli interventi di risanamento.

Rifiuti e liquami nei tombini, che poi finivano in mare: la truffa tra Trapani e Palermo

Una società che si occupava della gestione dei liquami e dei rifiuti, mediante l’utilizzo di autospurghi, aveva creato un sistema per smaltire illecitamente i rifiuti. Gli operatori prelevavano i contenuti delle fosse imhoff, sia di abitazioni private che si esercizi commerciali, e li sversavano nei tombini di Castellammare del Golfo o dei comuni limitrofi. Ben consapevoli che sarebbero finiti nella condotta fognaria e poi in mare, in assenza di un idoneo impianto di depurazione funzionante.

Infatti i tombini, non essendo in grado di tollerare quella tipologia e quantità di rifiuti, venivano danneggiati. Il Comune di Trapani era poi costretto a chiedere a quella stessa società di intervenire per rimediare alle avarie.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno smascherato il modus operandi della ditta. Servendosi di sistemi di videosorveglianza, e avvalendosi delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli investigatori hanno potuto osservare e documentare la truffa.

Tra gli indagati figura anche il titolare di uno studio di biologia. Il suo ruolo, secondo gli inquirenti, era quello di favorire sistematicamente la società incaricata degli smaltimenti, stilando referti falsificati, senza effettuare analisi. Facilitando così le attività illecite e favorendo la massimizzazione dei profitti. Grazie alle indagini è stato inoltre possibile risalire e a due persone, impiegate nella discarica di Camporeale (Palermo), che rovesciavano percolati nei terreni limitrofi all’area.

L’ordinanza cautelare prevede anche il sequestro della società e dell’intero compendio aziendale, nonché la nomina di un amministratore giudiziario.
Nella maxi operazione di polizia sono stati impiegati, oltre agli operatori della squadra mobile di Trapani e del commissariato di Castellammare del Golfo, anche i reparti prevenzione crimine di Palermo e di Catania. Hanno collaborato inoltre un’unità eliportata del reparto volo di Palermo e la Guardia di Finanza di Alcamo.

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