Gli Emirati Arabi Uniti sono recentemente entrati nel mirino del mondo medico a causa della conferma di un caso di MERS (Middle East Respiratory Syndrome), un pericoloso virus correlato a quello che ha scatenato la pandemia di Covid-19. Il paziente, un uomo di 28 anni attualmente in ospedale in condizioni critiche, ha stimolato un’allerta sanitaria generale.

Nuovo caso di MERS negli Emirati Arabi Uniti: dai primi sintomi al ricovero

L’OMS ha prontamente risposto a questa situazione richiamando l’attenzione globale sul caso. Tutte le persone che sono state in stretto contatto con il paziente, 108 in totale, sono state testate e tenute sotto stretta sorveglianza. Fortunatamente, nessuna di queste persone ha finora mostrato segni di infezione da MERS.

Il giovane paziente si è inizialmente presentato in un centro medico con sintomi che includono vomito, dolore al fianco destro e disuria. La situazione si è aggravata rapidamente, con la diagnosi di pancreatite acuta, danno renale acuto e sepsi. Il paziente è stato successivamente ricoverato in terapia intensiva e sottoposto a ventilazione meccanica. Il tampone oro-rinofaringeo ha confermato la presenza del MERS nel suo sistema il 23 giugno.

Come si trasmette e l’enigma della fonte di contagio

Il MERS-CoV, il virus responsabile della MERS, si diffonde principalmente attraverso il contatto con dromedari infetti e con i loro prodotti contaminati. Il contagio tra umani è possibile, ma limitato. Nel caso del paziente di 28 anni, la fonte del contagio rimane un mistero, dal momento che, a quanto reso noto, non ha avuto alcun contatto noto con dromedari o altri animali potenzialmente infettati.

In seguito alla diagnosi, le autorità sanitarie degli Emirati Arabi Uniti hanno adottato misure precauzionali e hanno continuato a monitorare la situazione. Nonostante la preoccupazione, la risposta tempestiva e la cooperazione internazionale stanno giocando un ruolo cruciale nel contenimento di questo evento.

Cos’è la MERS: malattia letale e potenzialmente diffusiva

Il MERS-CoV è un virus estremamente aggressivo con un tasso di mortalità superiore al 30%. Dal 2012, quando è stato scoperto il virus, sono stati registrati 2605 casi, di cui 936 mortali. Negli Emirati Arabi Uniti, si sono verificati 94 casi con 12 decessi. Le autorità sanitarie emiratine stanno mantenendo una sorveglianza costante per prevenire ulteriori focolai.

In questo contesto, l’OMS sottolinea l’importanza delle misure preventive e della sorveglianza costante per contrastare la diffusione della MERS. La consapevolezza, la vigilanza e la collaborazione a livello internazionale sono fondamentali per affrontare questa minaccia alla salute pubblica.

La percezione del rischio e le reazioni degli esperti: cosa dicono in Italia

Nonostante l’allerta, gli esperti in Italia non sono particolarmente preoccupati. Non esiste al momento un vaccino per il MERS-CoV, e l’attenzione deve rimanere alta. È cruciale essere pronti a limitare la circolazione del virus e a intervenire in caso di nuovi focolai.

Secondo Walter Ricciardi, proprio l’assenza di un vaccino deve tenere alta l’attenzione e garantire un pronto intervento, soprattutto nel limitare la circolazione del virus. Per Matteo Bassetti, invece, il nuovo caso di MERS non è una novità, perché anche circa 10 anni fa “abbiamo sempre avuto dei casi o d’estate, o durante i pellegrinaggi verso la Mecca”.

Quali sono le differenze tra SARS-CoV-1, SARS-CoV-2 (Covid-19) e MERS

Covid-19, SARS e MERS, benché causate da diversi coronavirus, presentano analogie e differenze cruciali. Appartenenti alla stessa famiglia virale, possono causare sintomi da lievi a gravi, quali febbre, tosse e difficoltà respiratorie.

Tutte si sono diffuse tramite la zoonosi, ma con differenti salti di specie. SARS e MERS sono emerse rispettivamente in Cina e Medio Oriente, mentre il Covid-19 è stato identificato a Wuhan.

Nonostante la mortalità di SARS e MERS sia superiore, il Covid-19 ha causato più morti per il suo diffuso contagio. La diagnosi avviene tramite test di acidi nucleici. Non esistono cure antivirali specifiche; l’assistenza è prevalentemente di supporto. Interessante è l’alto tasso di contagio Covid-19 in contesti non ospedalieri, a differenza di SARS e MERS.