Patrizio Baltieri non avrebbe ucciso il fratello minore, Edoardo, al culmine di una lite: gli inquirenti sono quasi certi che abbia premeditato l’omicidio-suicidio di Verona. Per questo, appena un mese prima dei fatti, si sarebbe procurato la pistola semiautomatica sportiva usata per sparare al 24enne; l’acquisto del fucile a pompa con cui si è tolto la vita risalirebbe, invece, a qualche ora prima. Resta da chiarire il movente.

Omicidio-suicidio dei fratelli Baltieri a Verona: per gli inquirenti è stato premeditato

È una scoperta choc, quella fatta nelle ultime ore dagli investigatori che lavorano al caso di omicidio-suicidio consumatosi in provincia di Verona: Patrizio Baltieri avrebbe ucciso il fratello, togliendosi la vita, seguendo un piano ben preciso, a cui pensava da almeno un mese. Un dettaglio terribile, per ora solo ipotizzato dalla stampa, che sembrerebbe aver trovato certezza.

Alla base del delitto non ci sarebbe, quindi, una lite. Il 28enne avrebbe sparato al 24enne con una pistola semiautomatica acquistata a giugno perché aveva deciso di farlo. Poi, dopo essersi accertato che fosse morto, si sarebbe recato nella sua camera da letto, sparandosi un colpo di fucile a pompa – comprato qualche ora prima – alle tempie.

A trovarli, rincasando, era stato il padre. Cinque anni fa lui e sua moglie avevano già dovuto affrontare un’altra triste perdita, quella del figlio maggiore, morto di leucemia.

Stanno vivendo una situazione orribile. Non credo sia facile immaginare che cosa possa passare nella testa di un padre e di una madre che hanno perso i loro tre figli in maniera drammatica: uno a causa di una malattia, uno per omicidio e uno per suicidio. È difficile continuare a sperare nella vita quando accadono questi eventi. È tutto infinitamente complicato. Non può esserci una situazione peggiore di così. L’unica cosa che possono fare la comunità, gli amici e i parenti è stare loro molto vicino,

ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, lo psichiatra Paolo Crepet, chiamato a riflettere sulla vicenda. Vicenda che a Verona ha lasciato tutti senza parole e che, secondo alcuni, avrebbe potuto essere evitata. Sembra che tra i due fratelli, infatti, i rapporti fossero complicati. E che Patrizio, in particolare, vivesse già da un po’ in una situazione di disagio, arrivando a non uscire di casa e a recludersi, pur di non avere contatti con persone all’esterno.

Il complicato rapporto tra i due fratelli

Sul loro legame, secondo Crepet, potrebbe aver impattato anche la precedente morte del fratello maggiore. Da allora, infatti, Patrizio si sarebbe isolato sempre di più e i litigi con Edoardo si sarebbero fatti sempre più frequenti.

Quando si soffre di solitudine digitale c’è un distacco dalla realtà, dalla vita, dalle scelte che si compiono e un appiattimento dell’intelligenza emotiva – ha spiegato lo psichiatra -. Accresce l’incapacità di riuscire a coltivare dei rapporti con le altre persone e forse in questo caso è accaduto soprattutto con il fratello più piccolo con cui potrebbe aver iniziato ad avere delle divergenze enormi. Un disagio crescente potrebbe aver portato Patrizio a una sorta di odio nei confronti di Edoardo.

Si tratta di supposizioni, perché la verità su questo terribile omicidio-suicidio, forse, non si saprà mai: verrà sepolta insieme a Patrizio. Resterà, per coloro che hanno conosciuto lui e suo fratello, la sensazione di impotenza per non essere riusciti a cogliere prima dei segnali che – forse – erano già presenti. E l’amarezza per il tragico epilogo di tutto: un omicidio violento e straziante, che ha distrutto una famiglia già colpita dal dolore.

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