Si terrà oggi, a Fossombrone, l’autopsia sul corpo di Marina Luzi, la donna di 40 anni uccisa con un colpo di pistola alla testa dal cognato, reo confesso dell’omicidio. Andrea Marchionni, ex falegname, si trova già in carcere. Ciò che resta da chiarire, al di là delle dinamiche del delitto, è il movente: niente, infatti, lasciava presagire un così tragico epilogo. Anche se, stando alle parole della sorella, la vittima “era terrorizzata” dall’uomo, che viveva nella sua stessa villetta.
Omicidio di Fossombrone, oggi l’autopsia: i punti ancora da chiarire
Stando a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, Marina Luzi sarebbe morta sul colpo. I fatti risalgono alla tarda mattinata del 25 luglio scorso. La donna, che lavorava come geometra, si trovava sola in casa quando, all’improvviso, sarebbe stata raggiunta dal cognato, il fratello del compagno, e uccisa con una pistola semiautomatica ad uso sportivo, regolarmente detenuta dal 46enne.
A trovarla senza vita era stato il compagno, Enrico, rincasato dopo aver trascorso del tempo insieme alla figlia di due anni in piscina. A quel punto Andrea Marchionni si era già allontanato e, con l’arma ancora in pugno, si era recato presso la caserma più vicina per confessare il terribile delitto. Non è chiaro cosa l’abbia spinto a compierlo.
Chi conosceva Marina sostiene, infatti, che, a parte qualche piccolo dissidio legato alla convivenza nella stessa villetta (lui viveva al piano di sopra, lei, con la famiglia, al piano di sotto), niente avrebbe lasciato presagire il peggio. L’uomo, attualmente recluso a Villa Fastiggi con l’accusa di omicidio volontario, si sarebbe chiuso nel silenzio. È attesa per le prossime ore l’udienza di convalida del fermo.
Oggi, intanto, si terrà l’autopsia. Un atto dovuto, anche se sulla causa della morte ci sono pochi dubbi. Poi il corpo sarà restituito alla famiglia per le esequie. Per l’occasione il Comune ha già decretato il lutto cittadino.
Le parole della sorella della vittima: “Marina era terrorizzata dal cognato”
Marchionni, attualmente disoccupato, viene ricordato da tutti come un uomo “schivo” e “taciturno”, un po’ sulle sue. Secondo Milena, la sorella della vittima, Marina ne era terrorizzata.
Diceva che era invasato. Parlava solo di complotti, di vaccini, diceva che bisognava spegnere i cellulari perché sennò ci spiavano… E lei aveva paura che un giorno potesse fare del male a lei o a sua figlia,
ha dichiarato la donna al Resto del Carlino.
A un certo punto le avevo anche detto di venire ad abitare qui da noi, perché la situazione con quell’uomo era pesante. Ma non è voluta venire. Credo che mia sorella avesse parlato anche con la madre di Andrea,
ha aggiunto. Qualcosa che non andava, quindi, c’era. Ma nessuno poteva pensare che l’uomo sarebbe arrivato a tanto. A un gesto che, forse, potrebbe essere l’esito dei suoi deliri. Perché, allora, possedeva una pistola? A chiederselo era stato anche il vice-sindaco di Fossombrone, Michele Chiarabili, in un messaggio in cui mostrava solidarietà al compagno e alla figlia di Marina, rimasti soli dopo la tragedia. È a loro che Milena pensa.
Il sogno di mia sorella era solo la famiglia. Di sposarsi, tra un po’, e di crescere la sua bambina. Con Enrico, li vedevi, erano innamorati come il primo giorno. Stavano insieme da 4 anni, lei era andata ad abitare lì durante il Covid, non aveva più voglia di aver problemi per spostarsi e andare da lui.
La sua morte ha lasciato una ferita che solo il tempo potrà rimarginare e che per ora brucia e fa male.
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