Pagamento imposte e tasse entro il 31 luglio 2023: si avvicina la scadenza di fine mese per i contribuenti chiamati alla cassa con il versamento della maggiorazione per il ritardo temporale rispetto alla scadenza originaria. La maggiorazione è sia quella ordinaria che la nuova in modalità frazionata. Per chi non paga entro il 31 luglio 2023 scatteranno le sanzioni in misura elevata rispetto a quanto omesso di versare. Ecco, dunque, chi sono i soggetti che dovranno pagare tasse e imposte entro fine mese, quali sono le modalità di versamento e cosa avviene per il mancato pagamento.

Pagamento imposte entro il 31 luglio 2023: cosa succede se non si paga

Il 31 luglio 2023 è il giorno di scadenza per il pagamento di tasse e imposte di una doppia platea di contribuenti. Infatti, entro questa data sono chiamati ai pagamenti sia le persone fisiche che non abbiano la partita Iva e gli altri contribuenti esclusi dalla proroga, sia le partite Iva (anche a regime forfettario e dei minimi), e gli altri soggetti per i quali la scadenza di pagamento era fissata al 20 luglio scorso.

Per tutti questi soggetti, il pagamento di quanto dovuto dovrà essere effettuato con la maggiorazione dello 0,40%. Tale maggiorazione deve essere considerata sia nella modalità ordinaria che nel nuovo meccanismo frazionato. Quest’ultima modalità consente alle partite Iva, ai contribuenti forfettari e ai minimi, di calcolare lo 0,40% rapportandolo alla data nella quale venga fatto il pagamento. Se i contribuenti non dovessero pagare entro il 31 luglio 2023 andrebbero incontro alle sanzioni.

Pagamento imposte 31 luglio 2023, di quanto sono le sanzioni se non si versa quanto dovuto?

Attenzione, dunque, agli importi aumentati per i pagamenti delle tasse e delle imposte in ritardo rispetto alla scadenza del 31 luglio 2023. A decorrere dal 1° agosto prossimo, infatti, le sanzioni per l’omesso pagamento delle tasse saranno calcolate nella misura del 30% dell’importo dovuto e non pagato all’Erario. L’alternativa al pagamento di una sanzione così elevata è quella di ricorrere al ravvedimento operoso: con tale procedura i contribuenti riuscirebbero a ridurre l’importo delle sanzioni secondo quanto prevede l’articolo 13 del decreto legislativo numero 472 del 1997.

Chi deve pagare le imposte entro fine luglio 2023?

Andando nel dettaglio dei contribuenti che dovranno pagare tasse e imposte entro il 31 luglio prossimo, ritroviamo innanzitutto coloro che sono stati esclusi dalla proroga con il versamento dello 0,40% ordinario. Si tratta dei contribuenti che dovranno effettuare il versamento entro la fine del mese e che, originariamente, avevano la scadenza al 30 giugno scorso e non rientranti tra i contribuenti con proroga della scadenza al 20 luglio 2023. Secondo quanto prevede il comma 2, dell’articolo 17, del decreto Presidente della Repubblica numero 435 del 2001, questi soggetti sono tenuti a pagare la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse fino al 30esimo giorno susseguente a quello della scadenza dei versamenti.

Rientrano in questa categoria:

  • i contribuenti persone fisiche, che non siano titolari di partita Iva;
  • le imprese di grandi dimensioni che non siano soggetti Isa per aver superato il requisito della dimensione aziendale.

Come calcolare la maggiorazione dello 0,40%?

Oltre ai contribuenti destinatari dell’applicazione dello 0,40 per cento di maggiorazione ordinaria, vi sono i soggetti prorogati, ovvero quelli per i quali si applica lo 0,40% frazionato. Si tratta dei contribuenti che avevano beneficiato della proroga di scadenza dal 30 giugno al 20 luglio, con applicazione della maggiorazione calcolata al giorno effettivo di pagamento (entro la scadenza del 31 luglio prossimo).

Quindi, i pagamenti non effettuati risultanti dalle dichiarazione dei redditi, dall’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e dall’Iva, possono essere effettuati entro fine mese con la maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse, da calcolare dal 20 luglio al giorno effettivo di pagamento. Si tratta di una maggiorazione pari all’indice di 0,036 che va applicato all’importo dovuto giorno per giorno considerando il ritardo a partire dallo scorso 21 luglio. Interessati a questo meccanismo sono:

  • le partite Iva a regime forfettario o di vantaggio;
  • i contribuenti esercenti attività economiche rientranti negli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa);
  • i soggetti che participino ad associazioni, società e imprese in trasparenza fiscale.