“Nella vita so fare due cose: il centravanti e il muratore”. Che non sono proprio lo stesso mestiere ma Christian Riganò è bravo in entrambe le professioni, quelle che ama. A Firenze è ancora un idolo e i tifosi si ricordano le sue reti che contribuirono a portare la Viola dalla C2 alla serie A. Attaccate le scarpette al chiodo nel 2015 e dopo non aver trovato ingaggi soddisfacenti da allenatore il bomber, nato 49 anni fa a Lipari, torna a fare il muratore. I giornali di questi giorni si occupano della storia di un personaggio di un calcio romantico e un po’ fuori dagli schemi come lo era l’altro eoliano famoso, Franco Scoglio, sepolto nel cimitero di Canneto dove vanno a trovarlo gli ultras delle squadre che ha allenato.
Il “costruttore” che riportò la Fiorentina in serie A
Per Riganò mettere un mattone sopra l’altro è un’arte, come sfondare la reti con il suo tiro potente. Al Corriere della Sera ha detto: “Avevo lasciato questo mestiere a tre quarti, nemmeno a metà. Io sono questo: amo costruire e riparare le cose”. Un po’ di malinconia per il calcio che fu c’è nelle parole dell’ex attaccante: “Amo il calcio, ma si vede che non sono adatto per quello di oggi, fatto principalmente di sponsor, non accetto compromessi. È un mondo che non mi appartiene più. Certo, se poi arrivasse la chiamata giusta sarei pronto a tornare in panchina”.
Chissà che una chiamata non arrivi. Intanto costruisce e ripara le case. In fondo, è abituato a costruire e riparare. Lo fece con la Fiorentina, che allora si chiamava Florentia Viola. Dalle sfide sui campi caldi della C2 la riportò in serie A a forza di reti. Un costruttore nato.
Stefano Bisi