Siamo al cospetto di una svolta potenziale nel panorama fiscale italiano. La delega fiscale, attualmente all’esame del Senato dopo l’approvazione della Camera, potrebbe rivoluzionare le prospettive per le piccole imprese, promettendo un quadro prevedibile e chiaro per la gestione delle imposte. Cos’è il concordato preventivo biennale di cui si sta parlando da un po’ di tempo e quali nuove prospettive potrebbe creare nel mondo del lavoro.
Concordato preventivo biennale: quali vantaggi per le piccole imprese?
La nuova legge introdurrebbe un accordo biennale per le piccole imprese, mirato a offrire certezza e prevedibilità per quanto riguarda le tasse da versare. Le aziende che saranno in grado di aumentare i loro profitti durante questo periodo avranno un vantaggio significativo: non dovranno pagare imposte sull’incremento dei guadagni. Non succederebbe più quello che avviene oggi, dove si pagano più tasse se si guadagna di più.
L’Agenzia delle Entrate utilizzerà i dati a sua disposizione per ipotizzare il reddito lordo di un’impresa per i successivi 48 mesi e calcolerà le imposte dovute su tale cifra. In questo modo, l’impresa avrebbe una chiara visione di quanto dovrebbe pagare in anticipo, senza timore di ulteriori controlli fiscali.
Concordato preventivo biennale: come funziona
Sicuramente, questa è una scommessa per le imprese. Se una società dovesse guadagnare meno di quanto previsto, dovrebbe comunque pagare l’importo concordato. La misura è ancora in fase di elaborazione, con i dettagli precisi che devono essere definiti. Secondo le linee guida iniziali, il concordato dovrebbe essere applicato solo alle imprese più piccole, con una soglia di fatturato specifica.
Inoltre, potrebbe essere introdotto un criterio basato sulla affidabilità fiscale delle imprese, calcolata attraverso i cosiddetti ISA, gli Indicatori Sintetici di Affidabilità. Questi indicatori, che hanno sostituito i vecchi studi di settore, saranno un parametro cruciale per stabilire quali imprese potranno beneficiare di questa misura.
La procedura legislativa: cosa succede adesso?
Dopo l’approvazione iniziale da parte della Camera, il disegno di legge è attualmente al vaglio del Senato. Vari emendamenti sono stati proposti dai partiti, e sarà compito della Commissione Finanze del Senato decidere quali di questi saranno incorporati nel disegno di legge.
Come cambieranno gli Indicatori di Affidabilità Fiscale
La legge prevede anche un graduale abbandono degli indicatori di affidabilità fiscale, ovvero i già citati ISA. Tuttavia, l’intento non è di abolirli del tutto, ma di semplificarne l’uso. L’obiettivo è ridurre la complessità amministrativa per le imprese, favorendo una maggiore adesione volontaria agli obblighi fiscali.
La scelta spetterà al contribuente
La scelta di aderire o meno al concordato sarà a discrezione del contribuente, offrendo la possibilità di pianificare in modo più efficace la gestione fiscale e potenzialmente ridurre l’evasione fiscale.
Questo darà alle imprese la flessibilità di valutare se l’accordo è nel loro interesse, a seconda delle loro previsioni economiche.
Se attuata con successo, la delega fiscale potrebbe quindi segnare un nuovo capitolo per il sistema fiscale italiano, portando certezza e prevedibilità per le piccole imprese. Resta da vedere come la legge verrà sviluppata in dettaglio e come verrà accolta dalle imprese. Una cosa è certa: le piccole imprese, i professionisti e i consulenti fiscali saranno in attesa di vedere come si svolgeranno gli eventi.
I vantaggi e gli svantaggi di questo nuovo sistema sono due facce della stessa medaglia: se un’impresa guadagna di più, pagherà comunque quanto già versato l’anno precedente. Se invece dovesse guadagnare di meno per qualche evento al di fuori del proprio controllo, si troverebbe a pagare di più rispetto a quanto avrebbe pagato nel “regime ordinario”. L’imprevisto potrebbe quindi mandare le proprie previsioni economiche in fumo, ma come abbiamo scritto in precedenza, per alcune piccole imprese si tratterebbe di una vera e propria scommessa su loro stesse.