Un minore su tre in Italia e nel mondo è vittima di sfruttamento o della tratta. Lo dice il rapporto di Save The Children dal titolo ‘Piccoli Schiavi Invisibili‘. Un focus che fa rabbrividire, quello realizzato dall’associazione che da anni si occupa dei minori, infatti, nel nostro Paese, le nuove vittime di tratta e sfruttamento identificate nel 2021 sono state 757, in più di un caso su tre (il 35%) si tratta di minori, con una prevalenza di femmine (168 casi) rispetto a maschi (96).

Save the Children Italia sfruttamento: le zone dove si concentra il fenomeno

Come riportano le agenzie, il fenomeno si concentra dove c’è più lavoro, come nel caso di alcune zone strategiche per l’agroalimentare italiano, proprio come le province di Latina e Ragusa, dove ci sono terreni che consentono la coltivazione intensiva. Lo sfruttamento lavorativo in questi territori riguarda un numero significativo di nuclei familiari, anche mono-genitoriali e spesso di origine straniera, con più figli.

Il principale Paese d’origine è la Nigeria (46,7%), seguito da Pakistan (8,5%), Marocco (6,8%), Brasile (4,5%) e Costa d’Avorio (3,3%). Tra le forme di sfruttamento prevalgono quelli di tipo sessuale (38%) e lavorativo (27,3%).

A livello geografico, la maggior parte delle persone divenute vittime di tratta per conseguenza delle guerre si è spostato dall‘Africa Sub-Sahariana (73%) e dal Medio Oriente (11%), le due aree più colpite dai conflitti. 

Raffaela Milano (Save the Children): “Diamo voce a chi vive ogni giorno in un vero e proprio cono d’ombra”

Sul fenomeno, le parole di Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children:

Questo Rapporto ci dice che i lavoratori e le lavoratrici sfruttate in campo agricolo, oltre ad essere vittime dirette di questa condizione, sono anche genitori, madri e padri di bambini “invisibili” che crescono nel nostro Paese privi di diritti essenziali. Questa dimensione così grave dello sfruttamento troppo spesso, sino ad oggi, è stata ignorata. È fondamentale innanzitutto riconoscere l’esistenza di questi bambini, assicurare ad ognuno di loro la residenza anagrafica, l’iscrizione al servizio sanitario e alla scuola e i servizi di sostegno indispensabili per la crescita”.

Per questo motivo – ha aggiunto –  chiediamo al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di integrare il Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato con un programma specifico per l’emersione e la presa in carico dei figli dei lavoratori agricoli vittime di sfruttamento, da definire con le parti sociali e il Terzo Settore, alla luce delle esperienze e delle buone pratiche sperimentate sul campo. Chiediamo inoltre ai Prefetti dei territori dove il fenomeno è più presente di attivare un coordinamento con gli uffici scolastici provinciali, i servizi sociali, l’associazionismo e le organizzazioni sindacali per una sistematica azione di monitoraggio della presenza dei minorenni nei territori agricoli e per una offerta attiva dei servizi di base. In questo quadro, riteniamo anche necessario che questo tema sia inserito nei percorsi di formazione degli ispettori del lavoro e di tutto il personale con compiti di verifica della attuazione delle leggi in materia affinché, con il sostegno del terzo settore, delle organizzazioni sindacali e delle reti anti-tratta, si rafforzi la capacità del sistema di intercettare in modo tempestivo tutte le forme, dirette e indirette, di sfruttamento dei minorenni in ambito agricolo e si potenzino le misure di protezione e di sostegno alle vittime”.