Non ci sono giri di parole sufficienti ampi per definire la situazione della sicurezza informatica o cybersicurezza, soprattutto in Italia. Una sfida globale che trova il Belpaese non posizionato in ottima posizione.

Cybersicurezza, “il rischio è lo sfinimento”

E, a proposito di giri di parole, non ne fa neanche il presidente del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, Gabriele Faggioli nella sua relazione introduttiva al rapporto sulla sicurezza ICT in Italia:

“La situazione è difficile e dopo gli anni del covid e ora quasi un anno di guerra in Europa il rischio è lo sfinimento. E invece bisogna resistere perché come tutti i periodi bui della storia, anche questo finirà”.

Eppure il nostro Paese è fra i più esposti nella guerra cibernetica: nel primo semestre 2022 il Clusit ha registrato 1.141 attacchi (+8,4% rispetto al primo semestre 2021). 190 attacchi al mese.

La guerra in Ucraina conta. Eccome.

La crescita di questi dati è riconducibile, fra le altre, al conflitto russo-ucraino, con il Cybercrime che è sempre la principale causa di cyber attacchi, con il 78% del totale degli attacchi. Eppure, sul tema della cybersicurezza in Italia crescono le incursioni per spionaggio o sabotaggio (con il 13% del totale, in crescita del +2% rispetto al 2021) e l’area dell’Information Warfare (5%). Cresce leggermente anche il fenomeno dell’Hacktivism (3%, +2%), sfruttato spesso per rivendicazioni da parte di hackitivisti a supporto del conflitto bellico. Crescono gli attacchi verso i settori Financial / Insurance (9%, +2%), Manufacturing (6%, +2%) e News / Multimedia (5%, +2%). La strategia degli hacker diventa sempre più complessa a livello internazionale per volume, forza, tipologia e modalità di attacco. Pessime notizie per un Paese che è stabilmente agli ultimi posti a livello europeo per gli investimenti. Nonostante tutto, il global cybersecurity Outlook 2023 presentato a Davos nel gennaio di quest’anno indica che le imprese sono più consapevoli delle minacce informatiche rispetto al passato e che sono più disposte ad affrontare questi rischi. Insomma, la sfida è duplice: affrontare il rischio con una buona dose di difese e sistemi anti-intrusione e dall’altra essere in grado di capire la sfida che si ha davanti. E questo, soprattutto in alcune fasce di età non è così scontato. E spesso, la cyber criminalità punta proprio su questo.