Nella Sicilia in fiamme non sembrano arrestarsi gli incendi che da giorni devastano la regione. A Palermo le fiamme circondano la città e sono arrivate, ieri, a minacciare l’autostrada e l’aeroporto Falcone Borsellino che solo stamattina è riuscito a tornare parzialmente operativo.

Il capoluogo siciliano non è però l’unico colpito. L’intera regione è infatti interessata attualmente da più di 50 incendi, alimentati dal vento di scirocco che rende gli interventi dei canadair e degli elicotteri difficilissimi. Per questo il presidente della regione Schifani ha annunciato, poche ore fa, l’arrivo di altri Vigili del Fuoco da altre regioni.

Sicilia in fiamme, Barbagallo (USB VVF) a TAG24: “Noi Vigili del Fuoco facciamo il massimo ma siamo lasciati a noi stessi”

Da giorni – e in modo particolare da ieri – fiamme e incendi stanno devastando la Sicilia. La situazione – complice l’innalzarsi del vento – non sembra destinata a migliorare nelle prossime ore, nonostante l’incessante impegno dei Vigili del fuoco che ormai sono operativi da più di 24 ore senza alcuna sosta.

La redazione di TAG24 ha raggiunto Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale USB Vigili del Fuoco Sicilia, il quale ha riferito della situazione in corso, non mancando di sottolineare come, in questi momenti, si evidenzino tutti i limiti della cronica carenza di organico che, pur non fermando mai i vigili nel loro assistere la collettività, rende le operazioni di soccorso difficili e soprattutto pericolose.

Barbagallo, qual è la situazione sull’isola?

“Siamo al lavoro. La zona più critica è quella del palermitano. Da Catania sono state mandate due squadre aggiuntive a Palermo e una a Messina dove ci sono diversi incendi. Ma anche a Catania la situazione è difficile, abbiamo lavorato senza sosta tutta la notte.

I nostri turni sono stati raddoppiati e nessuno dei vigili della Sicilia ha smontato. Per oggi le squadre sono state rabboccate perché si prevede che, con le alte temperature e soprattutto con il vento, sarà la giornata più critica. Allo stato attuale ci sono tantissimi interventi in corso. Il black out di Catania sta creando non pochi problemi e manca anche l’acqua in città. Le città più in difficoltà sono Messina, Catania e Palermo”.

A Palermo i colleghi sono stati lasciati a loro stessi. L’emergenza è stata gestita male. Non siamo pronti a fronteggiare questi eventi. Come organizzazione sindacale, appena sarà possibile, dichiareremo lo sciopero regionale“.

Sono in arrivo altri vigili dalle altre regioni di Italia?

“So che ieri è partita una sezione operativa dalla Campania, ma allo stato attuale non so se sia arrivata e se stia operando. Forse sono andati a Messina e Palermo, ma qui a Catania non sono arrivati”.

La situazione è gravissima.

“Si, ci sono diversi feriti. Non so se si siano verificate cose più gravi, non voglio azzardare ipotesi senza notizie ufficiali. Ma sicuramente la situazione è difficile”.

La categoria dei vigili del fuoco è spesso dimenticata. Sarà questa l’occasione per potenziare finalmente gli organici o, come al solito, si ringrazieranno i pompieri senza fare nulla di concreto?

“Io personalmente ho già detto al Direttore regionale che, pur apprezzando il suo lavoro, trovo inammissibile che la Sicilia debba soffrire in questo modo la carenza di uomini e mezzi.

Catania è un comando metropolitano al pari di Palermo che deve gestire anche altri rischi correlati alle emergenze, come quelli possibili per il vulcano. Gli aumenti di organico sono fondamentali. In Sicilia mancano 300 unità. Gli organici che abbiamo sono adeguati al lavoro che si faceva venti anni fa ma non a quello di oggi.

Noi vigili siamo distrutti, siamo sempre in lavoro straordinario e non ci possiamo mai fermare. Ci pagano in ritardo e non ci riconoscono le malattie professionali. Nel nostro lavoro rischiamo ogni giorno di farci male, e quando questo accade dobbiamo pagarci da soli le cure sanitarie, rischiando inoltre di venir messi a lato e catapultati nei lavori amministrativi. Per un vigile perdere la sua operatività e la sua divisa è un dolore. Facciamo il nostro lavoro per vocazione e diamo il massimo ma in cambio non abbiamo niente“.

Lei da quante ore sta lavorando?

Sono in servizio dalle 15 di ieri. Le criticità sono iniziate tre giorni fa in realtà, ma purtroppo per regole di ingaggio, finché l’emergenza non è conclamata, non possono essere mandate squadre aggiuntive. Ora le squadre in campo sono raddoppiate, ma noi sono settimane che lavoriamo senza sosta. Siamo stremati”.

L’origine degli incendi è dolosa?

“Un incendio su cento può partire da solo, ma le cause non sono sicuramente naturali. Ovviamente la presenza di vento e di faville incandescenti può amplificare la situazione. Ma sicuramente c’è sempre dietro la mano umana”.