Gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) hanno organizzato una manifestazione davanti a Palazzo Montecitorio contro l’approvazione del tanto discusso emendamento contenuto nel Dl Giubileo che, di fatto, assegna al governo la scelta della composizione dei vertici della scuola di cinema.
Manifestazione degli studenti del CSC a Montecitorio contro la lottizzazione dell’istituto, Luciani del comitato studentesco: “Manovra antidemocratica e contro la Costituzione” | VIDEO
È un clima rovente quello che si respira oggi, 25 luglio, nella piazza davanti Palazzo Montecitorio, e non soltanto per l’ondata di calore che ha investito la città di Roma.
A scaldare gli animi e l’atmosfera è la protesta, totalmente pacifica, portata avanti dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, la più prestigiosa scuola di cinema del paese, contro l’emendamento contenuto nel cosiddetto Dl Giubileo, che renderebbe di nomina ministeriale (e, quindi, governativa) la scelta dei vertici dell’istituto.
“La cultura non si lottizza, il CSC non si lega”, si legge sullo striscione tenuto dagli studenti. I ragazzi manifestano per quello che si manifesta come un tentativo della politica di piegare alla propria volontà le scelte culturali di uno degli organismi più importanti dell’industria cinematografica e culturale italiana.
Un tentativo contro il quale, nei giorni scorsi, hanno portato avanti una serie di iniziative, dalle riunioni all’interno dell’istituto, malgrado la chiusura estiva, alla sua occupazione simbolica. Ora sono in piazza Montecitorio per protestare contro quello che due loro esponenti, Sarah Narducci ed Enrico Licandro definiscono “l’ennesimo atto ignobile e reazionario di questo governo”.
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Oggi che l’emendamento è stato approvato dalle commissioni Lavoro e Affari Costituzionali della Camera, cresce la loro rabbia, interpretata dalle parole di uno di loro, Francesco Luciani che parla apertamente di “scambio di poltrone” tra le varie forze della maggioranza di governo, e di “manovra antidemocratica” e “contro la Costituzione”.
“Siamo di fronte a una manovra antidemocratica e irrispettosa verso l’industria cinematografica. Il Centro Sperimentale e la Cineteca Nazionale diventeranno degli organi puramente ministeriali che seguiranno una linea politica dettata dall’alto. Questo va contro la Costituzione che sostiene che i centri di formazione culturale del paese debbano essere indipendenti da ingerenze politiche”.
Luciani ribadisce come la protesta degli studenti del CSC non abbia colore politico. Da qui la scelta di non partecipare alla conferenza congiunta con Elly Schlein del Partito Democratico, e di rivolgersi a qualsiasi interlocutore, compreso il ministro della Cultura Sangiuliano, per fermare questa iniziativa.
“Il nostro interlocutore è tutta l’opposizione e al presidente Mattarella e ai ministri, perché si tratta di una protesta apartitica per difendere un bene che è di tutti gli italiani e non di una parte del Parlamento o di qualche ministero. Ci appelleremo in ogni forma possibile affinché l’emendamento abbia vita breve. Chiediamo che il ministro della Cultura Sangiuliano, in quanto garante dal punto di vista morale dell’indipendenza di una delle perle culturali del nostro paese, si faccia coraggio e decida di tutelarci, perché è il suo dovere”.
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I 100autori contro il “doppiogiochismo” del governo sull’emendamento
Luciani passa, poi, all’attacco di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Cultura della Camera, che aveva definito “strumentali” le polemiche sull’emendamento.
Gli studenti denunciano i contatti ripetuti con il deputato, e la promessa di un incontro mai avvenuto mentre, intanto, era il primo firmatario dell’emendamento. “Non siamo stati ammessi al tavolo delle discussioni, ci sentiamo tagliati fuori”, dice Luciani.
Una posizione condivisa anche dall’associazione ‘100autori’, che raggruppa registi e sceneggiatori di cinema, serie, documentario e film d’animazione italiani. L’associazione contesta l’approvazione dell’emendamento con 28 voti favorevoli e 19 contrari, e sostengono che essa rappresenti al meglio “il nauseante doppiogiochismo e l’opacità con la quale questo governo e i suoi esponenti hanno orchestrato, protetto e portato a goal l’emendamento contenente la riforma del Centro Sperimentale di Cinematografia”.
“Dopo che per dieci giorni erano stati promessi tavoli di incontro e trattativa con i 100Autori, dopo che era stato richiesto ai 100Autori l’invio di email per fissare appuntamenti che gli esponenti di questo governo non avevano in realtà nessuna intenzione di concedere – i fatti lo hanno dimostrato – al solo scopo di prendere tempo e abbassare il livello del conflitto, facendo passare tutto nel silenzio ovattato e bollente di una serata di fine luglio alla Camera”.
I 100autori, a fronte di simili comportamenti, confermano che non saranno disponibili “ad alcuna collaborazione e confronto con il governo, che troverà invece in noi dei leali e sempre presenti avversari”.
Manifestazione degli studenti del Csc a Montecitorio, il sostegno di Pd e M5S
Presenti in piazza al fianco degli studenti anche Matteo Orfini del Partito Democratico e Riccardo Ricciardi del Movimento 5 Stelle.
Per il primo, “i ragazzi sono stati presi in giro, perché gli era stato promesso un incontro che non c’è stato” e promette battaglia contro l’emendamento.
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Ricciardi denuncia la lottizzazione in corso, da parte prima di tre ministeri e ora di quattro, in nome degli equilibri interni alla maggioranza.
“Se ieri lottizzavano in tre, con i ministeri di Cultura, Economia e Istruzione, con la Lega che si accodava a Fratelli d’Italia, oggi lottizzano in quattro, perché si è aggiunta anche Forza Italia con il ministero dell’Università (Miur)”.
Poi passa a difendere i ragazzi, che hanno seguito la strada della protesta pacifica, sana, ma che quando hanno chiesto un confronto non gli è stato dato.
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