Perché si chiama maglia iridata quella vinta al Mondiale di ciclismo. È tra le maglie più ambite per i ciclisti: quella bianca con le cinque strisce colorate.
maglia iridata Mondiale ciclismo
Tutti la vogliono ma solo uno riesce a conquistarla: è la maglia iridata del vincitore del mondiale di ciclismo. Per molti il riconoscimento più importante per questo sport, anche oltre la vittoria del Giro d’Italia, del Tour de France e delle altre grandi classiche. Ma com’è nata questa tradizione della maglia iridata? Tutto è iniziato nel 1921 quando l’UCI (l’unione ciclistica internazionale) organizzò per la prima volta un campionato Mondiale di ciclismo su strada. Inizialmente la corsa fu riservata ai ciclisti dilettanti e fu aperta ai professionisti solo sei anni dopo. La maglia è bianca con cinque cerchi colorati (blù, rosso, nero, giallo e verde) che rappresentano i cinque cerchi olimpici disposti in orizzontale.
Il campione del mondo ha il diritto di indossare la maglia iridata fino all’edizione successiva. La maglia iridata è riservata alle otto discipline riconosciute dall’Unione Ciclistica Internazionale che sono ciclismo su strada, ciclismo su pista, mountain biking, ciclocross, BMX, trial, ciclismo indoor e paraciclismo.
Quando è stato disputato il primo Mondiale di ciclismo
Il primo mondiale, non senza qualche polemica per l’ingresso anche di ciclisti professionisti, si tenne in Germania nel 1927. Alla fine si arrivò che le due categorie gareggiavano insieme ma sarebbe stato assegnato un titolo mondiale diverso.
Il primo a vincere il titolo fu Alfredo Binda. Solo trent’anni dopo il mondiale di ciclismo fu aperto anche alle donne con l’edizione del 1958 che si organizzò a Reims in Francia e a vincere fu la lussemburghese Elsy Jacobs.
Alla maglia iridata fu assegnata una maledizione, con il ciclista che la indossasse che non riuscisse poi a vincere altro. Nel corso degli anni questa maledizione piano piano svanì tornando ad essere la maglia più ambita da tutti i ciclisti.