È un racconto agghiacciante, quello fatto dalla vittima dello stupro avvenuto nella notte di Capodanno del 2020 nel quartiere Primavalle di Roma davanti ai giudici, nel corso del processo che vede imputato per violenza sessuale Patrizio Ranieri. La giovane, ancora sotto choc, ha raccontato di essersi svegliata dopo essere stata drogata con “dolori dappertutto” e “piena di graffi”, chiedendo aiuto all’amica che, però, non l’avrebbe ascoltata.

Stupro di Capodanno, il racconto della vittima in aula

I fatti risalgono alla notte a cavallo tra il 31 dicembre del 2020 e il 1 gennaio del 2021. Stando al racconto della vittima, all’epoca dei fatti appena sedicenne, diversi giovani, tra cui Patrizio Ranieri, l’unico finito a processo, avrebbero abusato di lei dopo averla drogata nel corso di una festa organizzata in una villetta del quartiere Primavalle, a Roma.

Mi hanno dato una sigaretta bagnata. Era poco prima di mezzanotte. Da quel momento mi sono sentita molto male, come se mi si fosse fuso il cervello. Non stavo male fisicamente, avevo perso la coscienza,

ha dichirato la ragazza ai giudici, che negli scorsi giorni hanno deciso di risentirla in aula.

Mi hanno preso per mano e mi hanno portata da qualche parte – ha proseguito -. Io, non essendo in uno stato fisico buono e non avendo la minima idea di ciò che mi potesse succedere, ho deciso di fidarmi perché non pensavo che mi potesse accadere qualcosa di male. Patrizio mi ha fatto salire le scale e siamo andati direttamente in bagno. Quando siamo entrati ho sentimenti, emozioni, flash… Non so come descrivere, era come se mi stessero schiacciando, compressando, ricordo che sentivo dolore ovunque, in ogni angolo del mio corpo.

I dolori le restano appicciccati addosso nonostante i ricordi siano confusi. Il giorno dopo, al suo risveglio, sono ancora lì: il suo corpo è pieno di lividi e di graffi. È l’alba e la ragazza, preoccupata, riesce a ripercorrere solo a sprazzi quanto accaduto la notte precedente. Ricorda, ad esempio, di essere stata affidata dalla sua migliore amica (che aveva lasciato la festa) a un’altra amica, che però, al momento del bisogno, si era rifiutata di aiutarla.

Le testimonianze degli amici presenti alla festa

Le versioni su quella serata sono molte e contrastanti. Coloro che erano presenti alla festa di Capodanno – soprattutto gli amici di Ranieri (che forse puntano solo a proteggerlo) – sostengono che non sia avvenuto alcuno stupro e che la ragazza che dice di essere stata abusata fosse lucida, nonostante l’assunzione di alcol e droghe. I lividi, hanno detto negli scorsi mesi, se li era fatti nei giorni precedenti.

Testimonianze che cozzano con i messaggi inviati dagli adolescenti, in cui si evince come la ragazza fosse incosciente e sia stata violentata da più persone.

L’hanno stuprata in 15, hanno appeso le mutande, hanno fatto il panico. Uno la stava stuprando e l’ha menata. Sara (nome di fantasia, ndr) sta male, non riesce nemmeno a camminare,

si legge in uno di questi. In un altro, un audio inviato dalla fidanzata del nipote di Ciriaco De Mita, ex presidente del Consiglio italiano, si può ascoltare:

Quando stava sopra le prime volte… uno la stava a stuprà, l’ha menata, so successe troppe cose.

Come se non bastasse, nei giorni successivi la ragazza si sarebbe trovata nella condizione non solo di non essere creduta, ma anche di venire insultata da coloro che fino a un attimo prima aveva considerato suoi amici. Era riuscita ad abbandonare la villetta grazie all’intervento del padre di un’amica. Ma ciò che avrebbe vissuto non è riuscita ancora a superarlo.

L’indagine parallela della Procura

In un fascicolo separato Ranieri risulta indagato anche per diffusione di materiale pedopornografico. In una delle chat intercorse tra lui e i suoi amici nei primi giorni del 2021 gli inquirenti avrebbero infatti trovato alcune foto hard scattate alle 16enne che li ha denunciati per violenza. Dei cinque indagati, tra cui due minorenni, solo lui è finito a processo. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe alle spalle una precedente condanna a due anni e quattro mesi per spaccio.

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