Il cadavere trovato al Pigneto apparterrebbe a una donna con figli. È il primo risultato emerso dalla maxi consulenza che la Procura di Roma ha disposto sul corpo subito dopo il ritrovamento, avvenuto il 1 luglio scorso. Per capire con certezza di chi possa essere lo scheletro si attende, comunque, l’esito degli accertamenti sul Dna. Saranno questi ultimi a confermare o escludere che il corpo possa essere quello di Andreea Rabciuc, la 28enne di origini romene scomparsa da Jesi lo scorso anno e mai ritrovata, per la cui sparizione è indagato l’ex fidanzato, Simone Gresti.
Novità sul cadavere trovato al Pigneto: apparterrebbe a una donna che ha avuto figli
La scoperta risale all’inizio di luglio. Nel corso di alcuni lavori di sfalcio e pulizia all’interno di un terreno di proprietà di Ferrovie dello Stato, in via Ettore Fieramosca 114, nel quartiere Pigneto di Roma, una ruspa aveva estratto da un canale di scolo il cadavere di una donna. Dalla maxi consulenza disposta dalla Procura di Roma per capire a chi possa appartenere è emerso che si tratterebbe di una persona adulta, con più dei trent’anni inizialmente ipotizzati, e con figli.
A dimostrarlo sarebbero le ossa del bacino. È probabile, poi, che sia morta da circa un anno. Accanto al suo corpo, infatti, sarebbero stati trovati i resti di una mascherina, segno che l’emergenza sanitaria da Covid-19 fosse già iniziata, al momento del decesso. Mentre si attende l’esito degli accertamenti sul Dna estratto dal corpo, gli inquirenti sperano che qualcuno possa riconoscere la vittima basandosi sugli oggetti rinvenuti nel luogo del ritrovamento.
Si tratta di una collanina argentata con un ciondolo a forma di crocifisso, uno zaino nero con la scritta “Love Denny Rose”, un accendino blu di Che Guevara, degli elastici per capelli e due bracciali, di cui uno con la scritta “Justo”, che un’ascoltatrice di “Chi l’ha visto?” aveva rinviato a una marca spagnola. Dettagli che in un primo momento avevano portato gli inquirenti a pensare che il corpo potesse appartenere ad Andreea Rabciuc, la 28enne di origini romene scomparsa da Jesi il 12 marzo dello scorso anno e mai ritrovata.
La scomparsa di Andreea Rabciuc da Jesi
A chiarirlo sarà il Dna. La madre di Andreea sostiene che i resti non appartengano a sua figlia. Fin dall’inizio è convinta, infatti, che nella storia della sparizione della 28enne sia coinvolto l’ex fidanzato, Simone Gresti, unico indagato. Sarebbe stato lui a vedere per l’ultima volta la giovane prima che di lei si perdessero le tracce, nella notte tra l’11 e il 12 marzo del 2022.
Stando a quanto ricostruito finora, i due avrebbero trascorso la serata insieme a una coppia di amici, in una roulette parcheggiata in una zona di campagna a Montecarotte, in provincia di Ancona. Secondo il 44enne, la ragazza si sarebbe allontanata volontariamente al culmine di una lite, come aveva già fatto altre volte in passato. Per questo non ne avrebbe denunciato subito la scomparsa. Attraverso il legale che lo sostiene, l’avvocato Emanuele Giuliani, ha più volte ribadito di essere innocente.
Se il corpo (trovato a Roma, ndr) dovesse risultare effettivamente quello di Andreea Rabciuc sarebbe confermato tutto quello che abbiamo sostenuto fino ad oggi e cioè che la ragazza si è allontanata volontariamente,
aveva dichiarato l’uomo una volta appresa la notizia del ritrovamento. Questo perché il suo assistito non avrebbe mai potuto recarsi a Roma e, se anche l’avesse fatto, i suoi spostamenti sarebbero stati tracciati dal Gps dell’auto che guidava, subito sottoposti ad accertamenti. A fugare ogni dubbio saranno i risultati delle indagini condotte nelle ultime settimane.
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