Il piano di un’alleanza tra popolari e conservatori al Parlamento europeo si infrange sull’esito del voto spagnolo. L’idea era stata accarezzata dal presidente del Ppe, il tedesco Manfred Weber, anche se mai espressa apertamente, ma lasciata intendere dalla presa di posizione comune su molti dossier assieme ad Ecr, il partito europeo guidato da Giorgia Meloni, nonché dalle numerose visite e attenzioni alla coalizione di governo di Italia. Un’ipotesi che avrebbe portato non tanto alla creazione di una maggioranza di centrodestra all’Eurocamera, dove non ci sarebbero i numeri, considerato anche il netto ‘no’ dei liberali di Renew, quanto all’espressione di una nuova candidatura alla guida della Commissione europea. Ursula von der Leyen, che nel 2019 bloccò il sogno di Weber di presiedere l’Esecutivo Ue, rimane ancora l’ostacolo più grande per i progetti del presidente del Ppe, ma il suo piano per spodestarla e ammiccare ai sovranisti sta convincendo sempre meno le varie anime dei popolari.

Il voto in Spagna boccia le strategie sovraniste

Lo ‘scontro’ è anche nello stesso partito dei due leader, la Cdu, su cui si è sollevato un polverone proprio per alcune aperture verso il partito di estrema destra ‘Alternative für Deutschland’, emerse in un’intervista al suo presidente Friedrich Merz, che tuttavia oggi si è affrettato a smentire. “Non ci sarà alcuna cooperazione tra la Cdu e l’AfD a livello locale”, ha scritto Merz su Twitter, ribadendo l’applicazione del ‘veto’ verso la formazione ipernazionalista. “La Csu rifiuta qualsiasi cooperazione con l’AfD, indipendentemente dal livello politico. Perché l’AfD è antidemocratica, estremista di destra e divide la nostra società e questo non è compatibile con i nostri valori”, ha scritto invece il ministro presidente della Baviera e leader della Csu (la declinazione bavarese della Cdu), Markus Soeder. Domani la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si recherà a Bayreuth per uno scambio di vedute con il Consiglio dei ministri bavarese a Bayreuth, dove incontrerà lo stesso Soeder. La leader europea deve ancora scogliere la riserva se correre per un secondo mandato alla presidenza della Commissione o aspirare a un altro incarico internazionale come la guida della Nato. E non è escluso che possa scegliere una ribalta come quella del Discorso sullo Stato dell’Unione, previsto il 13 settembre alla plenaria di Strasburgo.