Sulla riforma delle pensioni per l’anno 2024, arrivano accelerazioni sulla nuova quota 41 per tutti e su opzione donna, il canale di uscita anticipata delle lavoratrici. Le novità emergono dai tavoli che si stanno tenendo al ministero del Lavoro alla presenza dei sindacati e del nuovo Osservatorio della spesa previdenziale, l’organo istituito presso il ministero di Via Veneto con l’intenzione di monitorare la spesa delle pensioni e di formulare delle proposte di uscita anticipata.
Nelle ultime ore si è parlato di una nuova formula di uscita con quota 41 per tutti, di tipo “contributiva”, e di una revisione dell’opzione donna che tornerebbe ai requisiti di uscita validi fino al 31 dicembre 2022.
Riforma pensioni 2024, nuova quota 41 per tutti e opzione donna: ecco le ultime novità dai tavoli del governo
Prosegue il confronto tra il governo e i sindacati sulla riforma delle pensioni per il prossimo anno. Il prossimo tavolo che si terrà al ministero del Lavoro è fissato per domani, mercoledì 26 luglio, confronto nel quale si spera di avere maggiori riscontri in merito alla possibilità di arrivare a un nuovo canale di uscita anticipata, quello per i precoci che attendono la quota 41 per tutti.
Va precisato che il governo dovrà lavorare in assenza di grandi risorse da investire nella legge di Bilancio 2024 al capitolo della previdenza: si dovrà trovare il giusto compromesso tra requisiti agevolati di uscita e spesa previdenziale, per la quale l’esecutivo ha istituito recentemente il nuovo Osservatorio che dovrà procedere con il monitoraggio delle uscite e con proposte flessibili rispetto ai rigidi requisiti della riforma Fornero.
Riforma pensioni 2024, nuova quota 41: che cos’è e come si esce?
Ciò che il governo farà è trovare un canale di uscita ponte per il prossimo anno, che potrebbe essere individuato nella proroga delle pensioni con quota 103, almeno per tutto il 2024. La misura consente di uscire con 41 anni di contributi, ma solo a partire dall’età di 62 anni, requisito giudicato gravoso per chi ha iniziato a lavorare nell’età dell’adolescenza.
Per questa ragione, l’intenzione è quella di individuare nuovi requisiti di quota 41 per tutti, che potrebbero essere di tipo “contributivo”, come già visto in altre misure. La nuova quota 41 consentirebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza tener conto dell’età di pensionamento. Ma l’Inps calcolerebbe l’assegno mensile di pensione con il metodo contributivo anziché con il misto o retributivo. Questi ultimi due sistemi previdenziali sono sicuramente più vantaggiosi in termini di futura pensione, mentre con il contributivo si avrebbe un taglio dell’assegno mensile di circa il 20 per cento, fino ad arrivare al 30 per cento.
Pensione anticipata con opzione donna, in arrivo l’uscita a 60 anni
Il passaggio dal sistema misto al contributivo è un meccanismo che già è in vigore per l’opzione donna, misura riservata alle uscite anticipate delle lavoratrici che permette di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi. Dato l’insuccesso che sta riscontrando la misura quest’anno, il governo starebbe pensando a un nuovo requisito unico di 60 anni, senza gli sconti legati al numero dei figli o alla tipologia di lavoro. In questo modo, verrebbero eliminati i paletti (simili all’Ape sociale) per poter agganciare questa misura, consistenti nell’essere caregiver, invalidi civili o licenziate.
Ad oggi, la platea delle lavoratrici che possono andare in pensione con l’opzione donna comprende le nate nel 1965 e del 1965 per il prossimo anno. Nella legge di Bilancio 2024 il governo dovrà sicuramente intervenire su questa misura per assicurare un numero di uscite più elevato rispetto a quello assicurato dall’inizio del 2023 con le nuove regole.
date il lavoro ai giovani e aumentate lo stipendio minimo e non mandare in pensione i lavoratori a 67 Anni che non ha piu nessun rendimento per una azienda.