Le attenzioni degli aspiranti docenti sono per l’uscita del bando di concorso straordinario nella scuola 2023. I posti a disposizione saranno 36mila rispetto alle 87mila cattedre libere quantificate dal ministero dell’Istruzione nelle scorse settimane. In tutto, le assunzioni autorizzate dal ministero dell’Economia e delle Finanze per l’anno scolastico 2023-2024 superano i 50mila posti. Nelle scuole del Nord Italia persiste il maggior numero delle cattedre da assegnare con il concorso e con le nomine degli insegnanti.
Nuovo concorso straordinario scuola, quando esce il bando per 36mila posti?
Uscirà nel mese di agosto il bando di concorso straordinario nella scuola per 36mila posti dei docenti precari. Su 87mila posti disponibili, il ministero dell’Istruzione coprirà con il concorso dei precari la differenza rispetto alle 51mila nomine. Per la candidatura alle prove del prossimo mese, i docenti dovranno aver effettuato almeno tre anni di servizio nella scuola negli ultimi cinque anni, o possedere 24 crediti formativi universitari (Cfu), secondo la vecchia disciplina di abilitazione all’insegnamento. C’è una novità rispetto alle procedure di selezione degli anni scorsi. Infatti, il numero delle cattedre da assegnare con il concorso deriva dalla sottrazione delle cattedre delle nomine previste per settembre prossimo.
Conti alla mano, il ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà sottrarre dalle 87mila cattedre vacanti gli oltre 50mila posti riservati alle nomine degli insegnanti dalle graduatorie e dai vecchi concorsi. Oltre alle graduatorie di merito, dunque, le immissioni in ruolo arriveranno dalle graduatorie a esaurimento (GaE) per le classi di concorso non ancora sature.
Nuovo concorso straordinario scuola, quanti sono i posti?
Più di una immissione in ruolo su tre nella scuola sarà riservata alle selezioni annuali previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) relative alla nuova fase di abilitazione. Dietro questa decisione da parte del ministero di Viale Trastevere c’è una ragione politica. Infatti, il ministero Giuseppe Valditara vuole evitare che vi sia la confusione dei dati tra i posti a disposizione e le cattedre effettivamente assegnate ai docenti di ruolo. Ad esempio, nello scorso anno scolastico su 94.000 cattedre vacanti ne furono assegnate circa 50.000, due anni fa 59.000 su 112.000.
Questa differenza di copertura dei posti vacanti deriva anche dal problema dell’esaurimento, per varie classi di concorso, delle relative graduatorie terminate per varie province. A tal proposito, vi è la scarsa attitudine degli aspiranti docenti a spostarsi dalle regioni del Sud Italia verso quelle del Nord, anche per il caro prezzi. Nemmeno lo strumento della Call Veloce ha invertito questa tendenza.
Immissione docenti anno 2023-2024, la suddivisione delle cattedre
Dati alla mano, dunque, il maggior numero dei posti disponibile per il nuovo concorso straordinario nella scuola è concentrato nelle regioni del Nord Italia. In particolare, le regioni che registrano i numeri più alti delle cattedre scoperte sono quelle del Friuli Venezia Giulia, della Liguria, della Lombardia, del Piemonte, del Veneto e, per finire, del Molise, situato nel Centro Italia.
In tutte queste regioni, i posti accantonati, ovvero la differenza tra le cattedre vacanti e le assunzioni autorizzate, superano il 50 per cento (il 60 per cento nel solo Friuli Venezia Giulia). Il sistema dell’accantonamento permetterebbe di poter coprire le cattedre mediante le procedure di immissione in ruolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nelle regioni del Sud Italia, invece, la situazione è differente. In Sicilia e in Sardegna la percentuale di accantonamento non supera il 20 per cento, il 25 per cento in Campania e il 30 per cento in Puglia e Calabria.