I numeri che riguardano la violenza sulle donne in Italia sono ancora decisamente alti, troppo alti. Ma quello che preoccupa di più è anche il fatto che ci sono migliaia e migliaia di persone che, per un motivo o per un altro, non se la sentono di denunciare. Purtroppo poi i giornali sono pieni di notizie riguardanti femminicidi che avvengono nel nostro Paese (e non solo). Oggi a fornirci i dati aggiornati e un quadro dettagliato sull’argomento è l’associazione D.i.Re.
Violenza sulle donne in Italia: il report
Il gruppo D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza, è composto da più di 80 organizzazioni sparse sul territorio italiano che gestiscono a loro volta circa un centinaio di centri antiviolenza e oltre 60 case rifugio. Ogni anno membri e volontari ascoltano e accolgono donne maltrattate fisicamente e psicologicamente.
Oggi, lunedì 24 luglio 2023, è proprio questa associazione a fornirci dei dati aggiornati per quanto riguarda il triste tema della violenza contro le donne in Italia. Nel report appena pubblicato, si legge che i centri antiviolenza D.i.Re hanno accolto nel 2022 complessivamente 20.711 donne. Di queste, 14.288 sono “nuove”.
Dal rapporto emerge che le vittime sono prevalentemente italiane e quasi la metà, per la precisione il 47,3%, ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. I numeri sono sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno. Il dato che fa preoccupare più di tutti però è quello che riguarda il numero di denunce.
Stiamo parlando infatti di un numero ancora molto basso. E qual è? Ve lo diciamo subito. Le donne che decidono di denunciare un’altra persona per violenza, alla fine, corrispondono solo al 27%. Un punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente. Nel 2021 infatti si parlava del 28%. La paura è che questo trend della diminuzione aumenti sempre di più.
Gli altri dati
Per quanto riguarda la provenienza di queste donne vittime di violenza in Italia, sappiamo che nel 2022 il 29% era di origine straniera. Si segna così una crescita del 3% rispetto agli anni precedenti. Di particolare importanza è anche il dato che riguarda le over 60. Quelle che nel 2022 si sono rivolte ai centri antiviolenza sono state 1.638.
Secondo quanto emerge sempre dal report di D.i.Re, gli autori di queste violenze sono prevalentemente italiani. Solo il 28% a provenienza straniera. Questo, al contrario di quello che si pensa, è un dato consolidato ormai da anni. Esso, di fatto, annulla così lo stereotipo che vede più diffusa la violenza tra le donne ad opera di uomini non italiani.
I centri antiviolenza
Per quanto riguarda la rete D.i.Re, vi informiamo che esistono ben 105 centri antiviolenza e che sono presenti in tutte le regioni italiane, escluso il Molise. Essi non presentano inoltre una distribuzione omogenea sul territorio nazionale. Tanto che nell’area settentrionale del Paese si trovano oltre la metà dei centri, il 54%. Al Centro il 22%. Al Sud e nelle isole si trovano i rimanenti.
Diverse e tutte molto importanti sono le attività svolte all’interno di questi centri. Si va dall’accoglienza, alla possibilità di consulenza legale, al supporto psicologico fino ai percorsi di orientamento al lavoro. Questi ultimi sono molto importanti anche alla luce di un dato significativo emerso dal report pubblicato oggi, lunedì 24 luglio 2023.
Secondo quanto emerge, una donna su tre che chiede aiuto e supporto a questi centri risulta essere a reddito zero. Nel rapporto si spiega che il 30% di esse sono disoccupate, casalinghe o studentesse. Solo il 36,7% può contare su un reddito sicuro. In questo caso stiamo parlando di donne già occupate o pensionate.
Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, ribadisce oggi l’importanza dei centri antiviolenza, che continuano ad essere un punto di riferimento per migliaia e migliaia di donne
Il nostro lavoro è continuo, anche se l’attenzione delle istituzioni preposte si concentra su azioni securitarie pressoché inutili e sull’incremento dei fondi ai Centri per uomini maltrattanti. Questa scelta ci lascia ancora più perplesse, soprattutto dopo gli ultimi, tragici, fatti di cronaca, mentre i fondi per i Centri antiviolenza continuano ad essere scarsi e irregolari.