Stando alle ultime notizie, Kata, la bambina di cinque anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, potrebbe essere ancora viva, ma non in Italia. A riportarlo è Il Tempo, che cita fonti riservate. Se fosse vero, ci sarebbe per i suoi genitori una possibilità di rivederla. Ma sul caso gli interrogativi rimasti aperti restano tanti.
Kata scomparsa a Firenze, le ultime notizie: la nuova pista del Perù
Secondo l’ultima pista, la bambina di origini peruviane, avvistata per l’ultima volta, lo scorso 10 giugno, nel cortile dell’ex hotel Astor – l’edificio occupato abusivamente in cui viveva insieme alla sua famiglia – potrebbe essere stata portata dai suoi rapitori in Perù. Se così fosse, come avrebbe riferito un ex occupante della struttura – ora sgomberata – agli inquirenti, la bimba potrebbe ancora essere viva.
E i genitori potrebbero quindi avere una speranza di rivederla. A che prò, però, sarebbe stata portata all’estero? E come? Nei filmati delle oltre 1.500 videocamere di sorveglianza del Comune passate al setaccio della piccola non ci sarebbero tracce. Chi ha testimoniato sostiene che i suoi sequestratori, peruviani, potrebbero decidere di fare un passo indietro, a patto di non essere processati e condannati per ciò che hanno fatto.
Chi indaga pensa che abbiano agito – per ottenere un riscatto economico o per vendetta nei confronti della famiglia della bambina – nell’ambito di una lotta tra i due o tre diversi gruppi (costituiti da peruviani, romeni ed ecuadoregni) a capo del racket degli affitti dell’immobile, che nel frattempo è stato perlustrato da cima a fondo, senza successo.
I presunti testimoni del rapimento
Coloro che vivevano al suo interno – che, dopo lo sgombero, si sarebbero in parte spostati in un altro palazzo occupato – potrebbero aver assistito al rapimento, decidendo di tenere la bocca chiusa per paura. È ciò che sostengono i legali che assistono i genitori di Kata, gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, secondo cui sarebbero almeno tre le persone a conoscenza dei fatti,
una donna romena, un uomo peruviano e un suo aiutante. Gestivano tutto all’Astor. E tutto sapevano.
I due sono convinti che quello della piccola sia stato un “rapimento organizzato”. L’ipotesi più probabile, almeno per il momento, è che, dopo averla prelevata con la forza, qualche attimo prima che la madre, rincasando dal lavoro, si rendesse conto della sua assenza, l’avrebbero nascosta – forse in un borsone – e portata via. Magari all’interno del camion bianco inquadrato da una delle telecamere di sorveglianza della ditta adiacente all’immobile occupato.
Al suo interno, stando a quanto mostrano i filmati, un uomo arrivato a bordo di uno scooter nero avrebbe caricato qualcosa (a dimostrarlo sarebbe un rumore ben preciso, di qualcosa che cade), per poi partire. Potrebbe trattarsi di uno dei camion che, secondo una residente, trasportano abitualmente merce all’estero? Non si esclude nessuna ipotesi. Neanche quella – meno probabile – che Kata possa essere finita nelle mani di un pedofilo, trovando la morte. Quel che è certo è che dove è stata vista per l’ultima volta non c’è. Più volte i suoi genitori hanno chiesto ai suoi rapitori di liberarla o, quantomeno, di far sapere loro se è viva.
Aperto un nuovo fascicolo d’inchiesta
Mentre si continua ad indagare, la procura di Genova ha deciso di aprire un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per minaccia grave e violenza a pubblico ufficiale dopo che il procuratore aggiunto della Dda Luca Tescaroli, che lavora al caso, sarebbe stato raggiunto da un pacco sospetto, contenente batterie per la ricarica di microcar. Una minaccia, forse. Arrivata da parte di non si sa chi.
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