Daniele De Rossi compie 40 anni ed il mondo Roma celebra quello che per anni è stato definito come “Capitan Futuro”, anche se nello spogliatoio a detta di tutti ha sempre avuto questi gradi anche prima di raccogliere la pesante eredità di Francesco Totti. Una carriera scintillante la sua, fatta di amore e dedizione alla causa giallorossa con cui ha iniziato nelle giovanili fino ad arrivare a 18 anni di carriera prima dell’addio in lacrime in uno Stadio Olimpico gremito il 26 maggio 2019. Uno dei più forti, se non il più forte mediano della storia della Roma che oggi raggiunge un’importante traguardo nella vita.

Daniele De Rossi compie 40 anni, 18 li ha passati con la maglia della Roma

L’esultanza dei giocatori della Roma, Daniele De Rossi e Amantino Mancini, dopo il quarto goal giallorosso durante la partita Roma-Torino, allo stadio Olimpico di Roma. Era la prima in maglia giallorossa per il futuro capitano. ANSA/ETTORE FERRARI/FRR/DRN

Era il 2000 quando il dirigente giallorosso Bruno Conti, uno con il fiuto vero per il talento, vide giocare un ragazzo biondo con l’Ostia Mare. Quel ragazzo era Daniele De Rossi, che venne subito portato a Trigoria entrando nelle giovanili del club giallorosso. Da quel momento è iniziata una storia professionale, dato che quella d’amore c’era già da diverso tempo visto che il calciatore già da adolescente aveva iniziato a frequentare la Curva Sud. Un amore che non si è mai interrotto, che non ha mai vacillato neanche davanti ad offerte milionarie. Curiosamente il suo esordio arriva prima in Champions League,  quando l’allenatore campione d’Italia Fabio Capello lo fa esordire tra i professionisti il 30 ottobre 2001 a 18 anni in un Roma – Anderletch. L’anno dopo arriverà invece la prima volta in Serie A il 19 aprile in Como-Roma, mentre il 10 maggio bagna la prima da titolare con un bellissimo gol dalla distanza contro il Torino. È il primo di 43 gol, sono le prime di ben 459 presenze in giallorosso. In qualunque club al mondo sarebbe un record, se non fosse che a Roma c’era già stato l’ottavo re. Questo però non potrà mai offuscare Daniele De Rossi, il più grande calciatore tra gli “umani” nella storia del club giallorosso con cui si è tolto anche la soddisfazione di vincere due Coppa Italia, una Supercoppa e il mondiale del 2006 con la maglia della Nazionale calciando sotto l’incrocio uno dei rigori decisivi.

L’addio e la voglia di provare l’esperienza al Boca Juniors

Daniele De Rossi esulta per il suo primo ed unico gol all’esordio con la maglia del Boca Juniors, l’avventura terminerà pochi mesi dopo con il ritiro. Foto Ansa.

Quando la Roma gli ha comunicato l’intenzione di non prolungargli il contratto offrendogli un ruolo in società, Daniele De Rossi ha fatto una scelta diversa da Francesco Totti. Il centrocampista ha scelto di decidere lui quando dire basta, cercando una nuova sfida professionale. Impossibile per lui vedersi con un’altra maglia in Italia a differenza di tanti suoi colleghi che iniziavano a scoprire il fascino dei dollari americani lui ha scelto ancora una volta la passione. Sin da piccolo era rimasto ammaliato dal calcio argentino, quella nazione costruita da tanti italiani emigrati e che tanto è per calore umano simile al nostro Belpaese. È alla Bombonera con la maglia storica del Boca Juniors di Maradona che il “capitan futuro” decide di andare per la sua ultima avventura calcistica. Lo stesso Diego Armando Maradona lo ringrazia e gli consegna la maglia in uno scatto iconico. Purtroppo, nonostante un gol all’esordio in Coppa di Argentina che sembrava presagire una lunga avventura, dopo cinque match di campionato il gennaio seguente dopo l’ennesimo infortunio muscolare annuncia l’addio al calcio e il ritorno in Italia per stare vicino alla figlia Gaia. Ma anche per intraprendere la nuova avventura da allenatore.

La voglia di diventare allenatore e le prime avventure in panchina, dalla Nazionale con Mancini alla Spal

Daniele De Rossi durante gli allenamenti dell’Europeo vinto dall’Italia foto Ansa

Il sogno di Daniele De Rossi è quello di tornare a Trigoria come allenatore della Roma, non lo ha mai nascosto. L’ex capitano ha però deciso di iniziare dal basso, imparando dai migliori e la sua prima importante esperienza è stata proprio al fianco di Roberto Mancini come assistente della Nazionale. Per voce dello stesso commissario tecnico il suo aiuto è stato fondamentale per cementare il gruppo che ha conquistato la storica vittoria di Wembley. L’11 ottobre del 2022 accetta la chiamata dell’amico Joe Tacopina come allenatore della Spal, ma dopo 16 partite e 7 sconfitte dovute anche ad una difficile situazione della squadra viene rimosso dall’incarico. Ora aspetta una nuova chiamata per dimostrare di meritarsi in futuro il ritorno a Trigoria.