“In Spagna le elezioni hanno segnato una sconfitta di Vox, sono contento”. Così Carlo Calenda, leader di Azione, commenta l’esito delle elezioni spagnole. Lo ha fatto ospite, su Rai Tre, di Agorà Estate e spiegando uno degli aspetti principali del suo posizionamento politico: al centro, lontano da destra e da sinistra. Ne ha parlato facendo riferimento alle elezioni in Spagna e adattando, poi, il discorso al quadro nostrano. Le sue parole:

Ci sono tantissime barriere tra destra e sinistra, ma sono barriere superate. C’è un nucleo di cose che bisogna fare insieme: dal salario minimo, alla sanità con le sue liste d’attesa, fino alla scuola che sta cadendo a pezzi. Invece continuiamo a parlare solo di destra e sinistra. Chi vota Azione vota anche per superare queste barriere.

Così Calenda sul superamento degli steccati ideologici ed in riferimento alle elezioni in Spagna che non hanno fatto emergere una maggioranza assoluta lasciando un vuoto post voto. Secondo il leader di Azione la soluzione più congeniale sarebbe una maggioranza tra Pp (Partito Popolare, di centrodestra) e Psoe (Partito Socialista, di centrosinistra) ma riconosce l’impossibilità di percorrere questa strada per via di quelle famose barriere che, in Spagna come in Italia, complicano il dialogo politico fino a paralizzarlo.

La battaglia del salario minimo

Il salario minimo è, secondo Carlo Calenda, un esempio lapalissiano di convergenza destra/sinistra. Il Senatore ne parla come di una battaglia che dovrebbe unire e non dividere ed ha, quindi, plaudito alla piccola apertura mostrata dal Meloni dopo tanti e reiterati nein. Le sue parole:

Molto bene. Se la destra presenta un buon provvedimento come quello dell’abolizione dell’abuso d’ufficio che la sinistra aveva sostenuto fino a ieri, noi lo voteremo. Perché è buono in sé e che mi frega se lo ha sostenuto destra o sinistra. Se c’è un’apertura non ho problemi a parlare, l’ho già proposto alla Presidente del Consiglio, l’importante è che si arrivi presto ad una soluzione perché l’inflazione colpisce chi viene pagato di meno.

Il discorso riguarda, evidentemente, anche il Partito Democratico di Elly Schlein:

Il Partito Democratico ha fatto, alle primarie, una scelta molto semplice che è quella di competere con il Movimento 5 Stelle e questo lo rende meno in grado di rappresentare l’area riformista e moderata. Sono fatti loro. A me interessa trovare, come faccio con Meloni, dei punti di sintesi.

Una questione emergenziale

Una battaglia emergenziale, dice Calenda, usando toni non troppo diversi da quelli delle altre forze politiche che spingono per l’introduzione della misura. Tutte quelle di opposizione, praticamente, ad eccezione di Italia Viva. Le parole del numero uno di Azione:

Il salario minimo è necessario perché ci sono quasi 5 milioni di lavoratori che lavorano per meno di 9 euro l’ora. Io sono stato favorevole all’abolizione del reddito di cittadinanza da parte del governo ma chi lavora deve essere pagato perché riesca ad arrivare a fine mese. Su questo Meloni ha tutto l’interesse per costruire un provvedimento. Quale sarà, vedremo. La nostra proposta di salario minimo, ad esempio, è diversa da quella del Movimento 5 Stelle che indicizza i 9 euro all’inflazione.

Infine:

Il salario minimo non ha coperture perché è un aumento di quello che viene pagato dai datori di lavoro. Poi il governo può mettere, nella prossima legge di bilancio, come noi abbiamo proposto, una cifra per questo. Il Salario minimo ce l’hanno tutto: dagli Stati Uniti, alla Francia alla Germania. La questione sta diventando emergenziale. E Meloni, che viene da una destra sociale, può capirlo perfettamente.