Ha fatto molto discutere, all’interno del Partito Democratico, la decisione di Elly Schlein di rimuovere Gianni Cuperlo dalla presidenza della fondazione del PD sostituendolo con Nicola Zingaretti. Ma Cuperlo, uno dei big della sinistra dem e tra gli avversari di Schlein all’ultimo congresso del partito, sembra averla presa bene: “Penso che chi dirige abbia il diritto di scegliere le persone da impegnare in ruoli e funzioni diverse” ha detto in una intervista a La Stampa.

Serve un’idea di Paese

Nessun rancore, insomma. Cuperlo, dando adito allo spirito unitario che ha impregnato anche la campagna delle primarie, tende la mano alla nuova segreteria del Partito Democratico e collabora – come sta facendo anche Stefano Bonaccini, leader di un’altra mozione – per rilanciare il partito. Ed è proprio sul tema del rilancio che si concentra la sua intervista a La Stampa: “Serve un progetto coinvolgente per la riscossa del paese, come fu per l’Ulivo”. Questo lo sprone di Cuperlo in un momento in cui il PD, dice, sta vivendo una fase di nuovo entusiasmo:

Senza dubbio ha portato una ventata di speranza e lo si vede da una generazione più giovane nelle piazze e nelle nostre feste. Ha ricucito con alcuni ambienti e ha curiosità e ambizione per governare il pluralismo del Pd col massimo dell’ascolto e naturalmente col diritto a compiere scelte che da quell’ascolto derivano.

La mano a Schlein viene tesa anche attraverso dichiarazioni che tutelano la Segretaria ed il suo operato. Nonostante il passaggio relativo alla fondazione PD, infatti, Cuperlo la difende da chi la accusa di scarso dialogo. Le sue parole:

Non penso, anzi credo conosca bene il valore del dialogo e dell’apertura. Casomai è il Pd prima di lei a non averli coltivati abbastanza. Ricordo che la prima iniziativa della Fondazione sono state tre giornate bolognesi dedicate al mondo per come cambiava. Era novembre del 2019, attendevamo cinquecento persone, ne arrivarono quattromila e il motivo era che a ragionare in quella sede avevamo chiamato la parte di società che da anni il Pd non ascoltava più.

E ancora, sulla mano da dare alla nuova Segretaria, ha detto:

Sono sincero, nella formula “aiutare la segretaria” trovo qualcosa di paternalistico. Se oggi quel compito tocca a lei, è perché in passato non siamo stati abbastanza capaci di aiutare noi stessi. Quindi continueremo a dare una mano: certo, con la nostra autonomia.

Bene le battaglie sociali, ma non bastano

Passando ai temi, Gianni Cuperlo ha plaudito alla battaglia – ad esempio – sul salario minimo che si sta declinando anche attraverso una forte presenza sui territori del Paese. Ma tutto questo non basta se non è accompagnato ad un progetto di futuro più allargato. Il commento:

Se guardo alla battaglia sul salario minimo o alla difesa della sanità pubblica, rispondo che siamo sul sentiero giusto. Poi so che non basta, perché un’alternativa è vincente se ritenuta credibile e per esserlo deve accompagnare a forti battaglie sociali una riscossa etica, un’immagine coinvolgente del paese che si ha in mente. Al fondo l’Ulivo fu questo e non è un caso che vinse.

Ancora sul salario minimo ha detto:

L’ipocrisia del governo è scandalosa. Sotterrano la sofferenza, la cancellano alla vista, ma tre milioni e mezzo di donne e uomini lavorano per salari sotto la soglia della dignità. Una larga maggioranza del paese questa legge la vuole. Loro temono di perdere qualche consenso. Il risultato è che stanno perdendo la faccia. Nessun rinvio, per noi il parlamento può restare aperto tutto agosto e votare una legge di civiltà.