Nel 2007 è stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio di Antonella Multari; appena un anno prima era finito nel registro degli indagati (venendo assolto per mancanza di prove) per un’altra uccisione, quella di Luciana Biggi, trovata senza vita in un vicolo di Genova, con la gola tagliata. Entrambe erano sue ex compagne.

Per questo, nelle pagine di cronaca, Luca Delfino, oggi 46enne, è noto con il nome di “killer delle fidanzate”. Nonostante abbia terminato di scontare la pena, è stato ritenuto ancora “socialmente pericoloso”: sabato 29 luglio uscirà dal carcere e sarà portato nella Rems di Prà. L’apposito piano anti-evasione è già stato messo a punto. In tanti si erano detti preoccupati sul suo ritorno in libertà.

Luca Delfino dal carcere alla Rems: pronto il piano anti-evasione

Nella struttura di Prà, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, Delfino dovrà restare per almeno sei anni e mezzo, ricevendo tutte le cure di cui ha bisogno. A deciderlo sono stati i giudici del Tribunale di Massa, che pochi mesi fa lo hanno ritenuto ancora “socialmente pericoloso”: in alternativa, l’uomo, oggi 46enne, sarebbe tornato in libertà entro l’estate.

Il trasferimento dovrebbe avvenire il 29 luglio prossimo. Per l’occasione, come fa sapere Il Secolo XIX, è già stato messo a punto un apposito piano anti-evasione che coinvolge carabinieri, polizia e polizia locale, ma anche i vigilanti della Rems prescelta e della sua direzione sanitaria. L’obiettivo è fare in modo che, in caso di fuga dalla struttura (un timore avanzato da parecchi, nelle ultime settimane), l’uomo verrebbe fermato per tempo. Nel caso, sarebbe anche attivata la protezione speciale per Bruna Biggi, sorella gemella di Luciana, la donna per la cui morte Delfino fu indagato e poi assolto.

Nel caso in cui l’ex barman si dovesse allontanare dalla Rems di Prà, dove hanno un sistema di video-monitoraggio in tempo reale, pattuglie delle forze dell’ordine raggiungeranno l’abitazione di Bruna Biggi per fornirle protezione,

spiega un investigatore. La paura, infatti, è che potrebbe prendersela anche con lei, come avrebbe confidato ad un compagno di cella, dicendogli di volerla colpire.

Le dichiarazioni della sorella di Luciana Biggi

Commentando la notizia del suo prossimo trasferimento, negli scorsi giorni Bruna Biggi aveva fatto sapere di essere preoccupata per le sorti dell’uomo. È improbabile, aveva detto, che possa uscire dalla Rems.

È troppo furbo per fare una cosa del genere, rischiando di tornare in carcere. Penso che rimarrà nella Rems fino a quando gli tocca e farà il bravo come ha fatto in carcere, godendo di tutti gli sconti di pena. Quello non è un soggetto che cambia e il carcere non lo ha certo migliorato,

aveva dichiarato al Corriere della Sera. Una volta tornato in libertà, però, potrebbe tornare ad uccidere, aveva detto.

Resta comunque un predatore sessuale che annusa soprattutto dove ci sono donne sole o deboli, quando troverà il momento buono potrebbe tornare a colpire.

Secondo la donna, gli inquirenti avrebbero dovuto fermare Delfino quando erano ancora in tempo, dopo la morte della sorella.

Anche se  fu scagionato per la morte di Luciana doveva essere seguito, controllato, intercettato. E invece appena un anno dopo ha ucciso un’altra donna (Antonella Multari, 33 anni, ndr),

ha detto. Come lei, anche la mamma dell’altra vittima, Rosa Tripodi, pensa che l’ex barman sia pericoloso e vada tenuto a bada. Nel corso del processo a suo carico, conclusosi con una condanna a 16 anni e 8 mesi (potè beneficiare di uno sconto di pena, avendo chiesto il rito abbreviato), Delfino l’avrebbe minacciata più volte. Ora è tra le persone che temono per la loro vita.