Dopo la riapertura delle indagini sul caso di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni trovata morta a Trieste all’inizio del 2022, il gip della Procura locale, Luigi Dainotti, ha conferito l’incarico per la nuova super perizia medico-legale che dovrà fare luce sulla scomparsa alla luminare Cristina Cattaneo: ecco le ultime notizie.
Caso Liliana Resinovich, le ultime notizie: la super perizia affidata a Cristina Cattaneo
In tre – il fratello Sergio, il marito Sebastiano e la nipote Veronica – si erano opposti alla richiesta di archiviazione del caso relativo alla scomparsa di Liliana Resinovich avanzata dalla Procura triestina, chiedendo nuove indagini e rigettando l’ipotesi secondo cui la donna si sarebbe uccisa dopo essersi allontanata volontariamente da casa. Per questo, nelle scorse settimane, il gip Luigi Dainotti, accettando il loro appello, aveva disposto nuovi accertamenti.
Stando alle ultime notizie, riportate dal quotidiano Il Piccolo di Trieste, avrebbe ora conferito l’incarico alla super consulente Cristina Cattaneo, nota per aver lavorato a casi di cronaca particolarmente rilevanti, come quelli relativi alla morte di Elisa Claps, Stefano Cucchi e Yara Gambirasio (tra i tanti). Il suo compito sarà fare luce su alcuni dettagli che potrebbero portare a una risoluzione del mistero che da anni avvolge la morte della 63enne triestina, trovata senza vita nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a circa un mese dalla sua scomparsa, avvenuta il 14 dicembre del 2021.
Chi la conosceva è convinta che qualcuno le abbia fatto del male, forse dopo averla sequestrata, visto che, secondo l’autopsia, la morte risalirebbe a qualche giorno prima del ritrovamento del corpo (anche se non è possibile affermarlo con certezza). Ma c’è anche chi è convinto del contrario. La nuova consulenza medico-legale, affidata ad alcuni dei migliori esperti del campo, punta proprio ad accertare
le lesioni riscontrate, la loro origine, il mezzo che le ha prodotte, la datazione, e ogni altro elemento utile a qualificare il decesso quale conseguenza di un’azione suicidaria o di un fatto attribuibile a terzi.
I possibili indagati per la morte della 63enne
Nel frattempo gli inquirenti potrebbero decidere di iscrivere nel registro degli indagati almeno una persona. Negli ambienti della Procura, secondo Il Piccolo, sarebbe stato fatto il nome di Sebastiano Visintin, marito della vittima. Un atto dovuto, per poter procedere con tutti gli accertamenti del caso.
Mi aspetto di ricevere un avviso di garanzia, non mi meraviglierebbe, credo sia un atto dovuto per poter svolgere determinate indagini. Non sono preoccupato, sono sempre stato collaborativo, l’importante è che finalmente si faccia chiarezza,
ha dichiarato l’uomo. Per gli stessi motivi potrebbe finire nel mirino di coloro che indagano anche Claudio Sterpin, l’amico-amante di Liliana che, a differenza del primo, costituitosi parte civile al processo, non ha potuto nominare alcun consulente di parte (quello di Visintin sarà l’ex generale dei Ris Luciano Garofano). Negli scorsi mesi, dopo aver riaperto le indagini, il gip aveva disposto nei confronti di entrambi il sequestro dei telefoni cellulari.
Saranno passati al vaglio insieme agli oggetti rinvenuti sul luogo del ritrovamento del corpo della 63enne, tra cui un paio di slip e una bottiglietta d’acqua. Le tracce di Dna riscontrate verranno poi confrontate con quelle delle persone particolarmente coinvolte nelle indagini. Sono 25 in tutto, secondo il gip, i punti da chiarire prima di poter considerare il caso “chiuso” e capire finalmente se Liliana sia davvero morta per asfissia (per via dei sacchetti di plastica che avvolgevano la sua testa al momento del ritrovamento) e se l’abbia fatto per mano di terze persone.
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