Il più grande ha sparato al più piccolo e poi si è tolto la vita. Chi li conosceva dice che tra loro i rapporti si erano deteriorati già da un po’, dopo la morte di un altro fratello, scomparso di leucemia appena cinque anni fa: ecco chi sono Patrizio ed Edoardo Baltieri, i due fratelli morti nel tragico omicidio-suicidio di Verona.

Chi sono Patrizio ed Edoardo Baltieri, i due fratelli morti nell’omicidio-suicidio di Verona

Patrizio Baltieri aveva 28 anni e alle spalle diverse difficoltà: dopo il diploma liceale si era iscritto alla facoltà di Matematica, senza però mai portare a termine gli studi. Chi lo conosceva dice che, a parte uscire per i soliti lavoretti saltuari, restava perlopiù in casa. Era introverso, tanto da arrivare a recludersi. Non gli era stata diagnosticata, comunque, nessuna patologia psichiatrica.

Per questo poteva tenere in casa l’arma con cui nella giornata di sabato 22 luglio avrebbe sparato tre colpi di pistola al torace del fratello più piccolo, Edoardo, uccidendolo, prima di togliersi la vita. Anche il suo percorso era stato travagliato: dopo aver interrotto gli studi liceali, il 24enne si era arrabbattato come poteva. Negli ultimi tempi aveva trovato lavoro come barista in un locale del centro di Verona, dove alla fine la sua vita è stata stroncata, in un tranquillo quartiere residenziale della frazione San Massimo.

Sembra che i loro rapporti si fossero deteriorati già da un po’, quando il fratello maggiore era morto di leucemia, cinque anni fa. Da allora le liti tra i due sarebbero diventate sempre più frequenti. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare un così tragico epilogo. A scoprire i loro corpi sarebbe stato il padre. Sabato sera, dopo essere rincasato nell’appartamento di famiglia in via Brigata Piemonte, l’uomo si sarebbe imbattuto nel corpo esanime del figlio minore all’ingresso.

Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe subito pensato a un malore, allertando i soccorsi, che avrebbero poi notato i fori di proiettile. A quel punto, avrebbe sfondato la porta della camera da letto del figlio maggiore, trovando anch’egli senza vita, con un fucile accanto. Il sostituto procuratore che lavora al caso, Carlo Boragna, ha già disposto l’autopsia, anche se sulle dinamiche di quanto accaduto non ci sono dubbi: Patrizio si sarebbe ucciso dopo aver sparato al fratello, dopo l’ennesima discussione. Alcuni vicini di casa avrebbero riferito agli inquirenti di aver sentito tre colpi esplodere a breve distanza di tempo intorno alle 19.

La reazione della comunità locale

Papà e mamma sono due persone meravigliose. La madre una santa donna, umile, ritirata; lui, ex dipendente di banca in pensione, faceva volontariato con noi, qui in parrocchia, e con gli alpini; ha passato una vita a lavorare ma ha dovuto tanto tribolare per i figli,

ha dichiarato al Corriere il presidente del gruppo caritativo di cui l’uomo faceva parte, augurandosi che i due possano riuscire a “superare questo momento terribile”, seguito di poco alla scomparsa dell’altro figlio. La loro, dice, è una famiglia distrutta. La speranza è che possa risorgere, nonostante la tragedia.

In tanti sui social hanno rivolto loro messaggi di vicinanza e cordoglio per quanto successo, non riuscendo a trovarvi una spiegazione.

Quando hai le parole impari a non usare né le mani, né le armi. Le parole aiutano a gestire la rabbia. Impari a comunicarla. Ma oggi ci sono ragazzi che non sanno comunicare, che non si conoscono, che si sentono persi, parlano poco perché sanno di non essere ascoltati,

scrive un utente. È così, sostiene, che si arriva a “storie di morte come questa“, in cui forme di disperazione “insanabili” riescono a tirare fuori il peggio delle persone.