Greta Thunberg a processo per aver disubbidito alle istruzioni della polizia durante una manifestazione sul clima. L’attivista svedese compare oggi davanti al tribunale di Malmo, per l’udienza in programma alle 11.30, ore italiane.
Secondo l’accusa la 20enne, che in quell’occasione è stata anche arrestata, “si è rifiutata di obbedire all’ordine della polizia di lasciare il sito”. Thunberg, inoltre, avrebbe “preso parte a una manifestazione che ha interrotto il traffico“.
La giovane ambientalista, membro del gruppo “Riprendiamoci il nostro futuro”, ha contribuito a bloccare per cinque giorni le petroliere nel porto della città a sud della Svezia.
Processo a Greta Thunberg, cosa rischia l’attivista svedese
In quell’occasione, la protesta degli attivisti si era concentrata contro l’industria dei combustibili fossili, “che minaccia il futuro dei giovani”. Il sodalizio aveva parlato di una “resistenza pacifica”, ma evidentemente alle autorità svedesi non è andato giù il loro rifiuto di spostarsi.
Secondo l’accusa, Greta avrebbe risposto con un “no comment” alle domande degli inquirenti sulla manifestazione di Malmo.
Intervenendo sulla vicenda, la procuratrice Charlotte Ottesen ha ribadito le sue supposizioni delle scorse settimane, ossia l’ipotesi di una multa salata per Thunberg e i suoi compagni. Nella peggiore delle ipotesi, l’attivista per il clima rischia una pena massima di sei mesi di carcere.
Qualora il peggiore degli scenari dovesse andare in porto si tratterebbe della pena più lunga mai inflitta a Greta, che è già stata arrestata alcune volte negli ultimi mesi, per essere poi presto rilasciata. Diventata famosa a soli 15 anni per il suo “sciopero scolastico per il clima” davanti al parlamento svedese, a Stoccolma, Thunberg è ormai una paladina della giustizia ambientale.
Anche dopo essersi diplomata, la sua determinazione non le ha impedito di proseguire la sua battaglia. La 20enne critica regolarmente governi e politici, rei di non prendere abbastanza a cuore le sorti del clima.