Che cosa vuoi fare da grande? Quante volte, da bambini, ci siamo sentiti rivolgere questa domanda e le risposte, spesso, sono state le più disparate. Di solito i mestieri che si sognano sono quelli più avventurosi, l’astronauta e il vigile del fuoco, o quelli che ti portano in televisione, il calciatore e il cantante. Ma in tutto questo domandare e rispondere c’è un errore. Quale? Porre il quesito solo ai ragazzi.

Sarà un po’ per sentirsi eternamente giovani ma fa bene alla salute farsi la domanda anche da adulti. Serve a riflettere, a pensare a noi stessi, a cambiare strada se necessario. A questo proposito è consigliabile la lettura di un libro, “Da grande”, scritto da Giulio Xhaet e edito da Sonzogno. E’ un volume di 350 pagine che ci insegna che “non è mai troppo tardi per capire chi potresti diventare”.

A qualunque età si possono percorrere strade nuove

L’autore del libro racconta le storie di Sara che lavorava all’ufficio stampa e ora fa la fioraia; di Vito, tecnico informatico, che si è trasformato in illustratore perchè “la vita è troppo breve per passare otto ore al giorno facendo qualcosa che non mi piace”. E la storia di Nicolò che ha smesso di viaggiare per le metropoli internazionali e si è fermato a Bari.

Loro, come tantissimi altri, hanno vissuto gli anni della pandemia per ripensare la loro vita e scoprire desideri nuovi. In fondo, come diceva il poeta Walt Whitman, diventare grande vuol dire “diventare le proprie moltitudini nascoste, agguantando quello scopo che ci fa alzare la mattina con il sorriso largo e l’animo leggero”. Perché a qualunque età possiamo scoprire che cosa vogliamo fare e chi vogliamo essere. 

Stefano Bisi