Raul Gardini, nato a Ravenna il 7 giugno 1933, è stato un imprenditore e dirigente d’azienda.
Raul Gardini: causa della morte
Raul Gardini morì suicida il 23 luglio 1993 nella sua casa a Milano. Dopo essere stato coinvolto nella vicenda Enimont, nell’ambito dell’inchiesta “Mani pulite”, l’imprenditore si tolse la vita con un colpo di pistola. Questa almeno è la versione ufficiale. In seguito alla morte di Gardini infatti, ci furono indagini che presero in considerazione anche la pista dell’omicidio, senza tuttavia produrre risultati concreti in questo senso.
Occhio
Raul Gardini aveva un occhio chiuso a causa di una ptosi, ovvero una condizione in cui una o entrambe le palpebre superiori sono abbassate rispetto alla norma.
Moglie, figli
Gardini sposò nel 1957 Idina Ferruzzi (1935-2018), figlia di Serafino Ferruzzi, capo dell’omonima azienda dove Gardini lavorava e di cui assunse la guida dopo la morte del suocero.
La coppia ebbe tre figli: Eleonora, Ivan e Maria Speranza.
Biografia
Gardini cominciò a lavorare nel 1952 nella Ferruzzi s.r.l., subito dopo aver conseguito il diploma di perito agrario. Nel 1979, dopo la morte di Serafino Ferruzzi, gli subentrò alla guida del gruppo.
Nel 1986 assunse il controllo della società chimica Montedison, promuovendo la creazione di una nuova struttura finanziaria, la Ferfin che includeva in particolare: Montedison, Fondiaria, Calcestruzzi, il Messaggero, Tele Montecarlo.
Il grande obiettivo di Gardini era creare un polo d’industria, fondendo Eni e Montedison. Nel 1989 fu quindi fra i promotori del progetto Enimont, la joint-venture che raggruppava le attività chimiche di Montedison e di Enichem (società chimica dell’Eni).
Il progetto però fallì e nel 1991, Gardini separò i propri interessi da quelli della famiglia Ferruzzi, fondando la Gardini s.r.l., per la quale compì una serie di importanti operazioni finanziarie.
Nel 1992 vennero alla luce le tangenti generate dalla vendita del 40% di Enimont. Una in particolare fu definita “la madre di tutte le tangenti”: 150 miliardi di lire distribuiti a politici e burocrati per facilitare lo scioglimento dell’Enimont. Diventò il caso simbolo di Tangentopoli e portò al suicidio di Gardini e, prima ancora, dell’allora del presidente dell’Eni Gabriele Cagliari.
Sulla figura di Gardini sono stati scritti libri e nel 2023 è stata realizzata una docufiction, per la regia di Francesco Micciché, con Fabrizio Bentivoglio, dal titolo “Raul Gardini”.
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