“Pedro, hai fatto un casino. Ma ancora non sospetti fino a che punto”. Nell’editoriale che appare sull’edizione online del “liberal-conservatore” “El Mundo” si dice forse abbastanza sullo stato d’animo con cui la Spagna si sta recando alle urne per le elezioni politiche seguite, appunto, alle dimissioni del premier socialista Pedro Sanchez. Elezioni che rappresentano un segnale importante anche in chiave Europee 2024.
Elezioni in Spagna, grande affluenza alle 14 nonostante la stagione. Sanchez prova il miracolo.
Alle 14, l’affluenza è stata del 40,48% dei 37,5 milioni elettori chiamati a esprimersi. Dunque superiore del 2,56% al 37,92% registrato alla stessa ora nelle elezioni 2019. Dato che assume maggior rilevanza se si considera che, quattro anni fa, gli spagnoli andarono alle urne a novembre, che si tratta delle prime consultazioni estive nella storia del Paese e che sul totale non vengono inseriti i voti espressi per corrispondenza. Ossia 2,4 milioni, l’8% del totale, quando in passato non aveva mai superato il milione e mezzo.
I seggi si chiuderanno alle 20. Alle 21 alle Canarie.
Le previsioni danno in svantaggio lo stesso Sanchez, mentre premiano la destra neofranchista di Vox e i popolari che, però, faticherebbero non poco per dare un governo al Paese. A ogni modo, è lo scenario più probabile nonché l’ulteriore svolta a destra a 11 mesi dalle elezioni continentali.
Gli ultimi sondaggi davano i socialisti in rimonta e i popolari in flessione.
Gli ultimi sondaggi davano i popolari di Alberto Nùnez Feijòo al 34%, in flessione; il Psoe di Sanchez in rimonta al 28%; la sinistra di Sumar al 14%; e Vox a un roboante 13%. E comunque con nessuno in grado di accaparrarsi i 176 seggi per comporre la maggioranza al Congresso dei Deputati, che assieme al Senato compone le Corti generali (Cortes generales), il Parlamento spagnolo.
Sondaggi a parte, lo scenario del netto squilibrio a destra di una squadra di governo a base popolare è anche il più probabile dopo la larga sconfitta di Sanchez alle ultime amministrative che ha portato per l’appunto il premier a indire le elezioni anticipate. Ma gli ultimi segnali di risveglio – “Ho buone sensazioni”, ha detto lo stesso Sanchez uscendo dal seggio – e il colpo di coda di Sumar potrebbe cambiare le carte in tavola.
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