Una rissa che ha coinvolto oltre un centinaio di persone è scoppiata tra migranti provenienti dal Sudan nell’hotspot di Lampedusa, sempre più sovraccarico e difficile da gestire. A provocarla sarebbe stata la rivalità tra sudanesi del nord e del sud, alimentata dalla guerra nel loro paese.

Lampedusa, maxi rissa all’hotspot tra migranti del Sudan, 15 feriti ma nessuno in pericolo di vita

Un vero e proprio caos che poteva portare alla tragedia, quello esploso nella mattinata di oggi, 23 luglio, all’hotspot di Lampedusa. A generarlo, una rissa tra più di cento persone, esplosa tra migranti provenienti dal Sudan e ospitati nella struttura.

I protagonisti sono stati due gruppi, uno composto da sudanesi del sud e l’altro da sudanesi del nord, che si sono scontrati armati di sassi. I tafferugli, decisamente violenti, si sono scatenati a causa della rivalità tra le due fazioni, scaturita dalla guerra attualmente in corso nel loro paese.

Relativamente lievi le conseguenze della rissa, che parlano ‘solamente’ di 15 feriti. Merito dell’intervento della Polizia, di alcuni assistenti sociali e del personale della Croce Rossa che, una volta accortisi di quanto stava accadendo, hanno calmato i presenti, in gran parte minorenni, impedendo così che lo scontro degenerasse.

Solo uno dei feriti, un ragazzo di 18 anni, presentava una situazione più seria, con un trauma cranico e una ferita alla testa, ed è stato trasportato all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Neanche lui, comunque, risulta in pericolo di vita.

Lampedusa hotspot al collasso, e queste sono le conseguenze…

La rissa di oggi è solo una logica conseguenza della situazione di assoluta difficoltà in cui versa il centro di accoglienza di Lampedusa.

Da sempre punto di arrivo privilegiato per i flussi migratori che attraversano il Mediterraneo, nel corso degli anni nulla è stato fatto per fornire sostegno logistico all’hotspot, lasciandolo in balia di una crisi che si ripete ogni estate, sempre uguale a se stessa.

La ‘compressione’ di persone disperate in un luogo chiuso, sarebbe già difficile se ne venisse rispettata la capienza massima, di circa 400 persone. Se, invece, come spesso capita, questa viene abbondantemente superata, arrivando a un numero di persone presenti nella struttura 5 volte superiore al suo limite massimo – come in questi giorni in cui, dopo gli sbarchi recenti, il centro di accoglienza ospita 2051 migranti – ecco che vengono poste le condizioni perfette per episodi drammatici come questo.

Vicende che rendono ancora più complicate le condizioni di vita dei migranti che arrivano fuggendo da disperazione e miseria, dei cittadini dell’isola e delle autorità che devono operare in simili situazioni.

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