Nemmeno questa notte si arrestano il lancio dei missili russi e le esplosioni nel nuovo teatro di scontro in Ucraina, la città di Odessa, dove nelle ultime ore è stata distrutta la Cattedrale della Trasfigurazione. Oltre all’edificio, è stata grevemente danneggiata l’icona Kasperovskaya della Madre di Dio, patrona della città, secondo quanto ha riportato il Comune di Odessa. I missili da crociera Kalibr e i missili antinave supersonici Oniks partiti da Sebastopoli hanno causato esplosioni in tutta la città, colpendo numerosi edifici residenziali, e successivamente il divampare di un incendio. Per il momento si registrano un civile morto e 18 feriti (di cui 4 bambini).
Ucraina, allarmi aerei nel Donetsk, a Zaporizhzhia e Odessa, dove è stata colpita la chiesa della Trasfigurazione
Tutta l’Ucraina meridionale si trova al momento sotto una pioggia di missili e bombe, soprattutto nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. Dall’aeroporto russo di Mozdok è stata segnalato il lancio di missili da crociera da parte di aerei Tu-22m3. Durante queste ore di fuoco, Richard Moore, capo dei servizi segreti britannici dal 2020, ha invitato i militari russi delusi dal Cremlino e dalla guerra in Ucraina a rivolgersi all’MI6:
Li invito a fare ciò che altri hanno già fatto negli ultimi 18 mesi e a unirsi a noi. Unitevi a noi, la porta è sempre aperta. La verità è che le persone continuano a venire da noi e ovviamente così facendo corrono dei rischi. Ma ci prendiamo cura delle persone che vengono a lavorare con noi e, naturalmente, i nostri successi non sono mai resi noti.
In tale azione di convincimento, Moore ha posto l’accento sul fatto che Putin è ormai “sotto pressione” all’interno della struttura di potere e si può avere dimostrazione di ciò guardando all’abortito ammutinamento dei mercenari della Wagner. Aggiunge il diplomatico che non c’è l’intenzione di umiliare Putin o “la grande nazione della Russia, ma il percorso è molto chiaro: devono ritirare tutte le truppe”. Moore ha poi definito i confini del compito dei Paesi alleati, cioè tentare di mettere l’Ucraina nella “posizione più forte possibile per negoziare, da una posizione di forza“. Poi, però, sarà responsabilità di Kiev stabilire i termini di pace.