L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, alla sua prima uscita pubblica dopo la morte della moglie, ha preso parte all’iniziativa “Energia Popolare”, organizzata a Cesena dal presidente del Pd Stefano Bonaccini. Qui Prodi ha tenuto un discorso sul partito in cui si notano punte di amarezza per una serie di errori che sono stati commessi negli ultimi anni, per l’interruzione del dialogo e lo scambio con gli elettori e per il prevalere di “alleanze temporanee anche per equilibri di potere“. Secondo l’ex presidente del Pd, bisogna ritornare a “pensare all’idea del Paese che vogliamo costruire” e il Pd deve costituirsi di nuovo come “casa degli italiani“.
Prodi, l’analisi del Pd: “Bisogna ripensare agli errori fatti e tornare a parlare con tutti”
Romano Prodi ha riportato alcuni dati, sottolineando come in 15 anni il Pd abbia perso metà degli elettori, ossia circa 6 milioni di persone: “questo deve obbligarci a ripensare a un rapporto col Paese“. Il Pd, secondo Prodi, resta “l’unico partito in grado di indicare i progetti e i percorsi necessari perché la democrazia torni a essere democrazia operante” e proprio per questo bisogna lavorare sugli errori compiuti e su ciò che non funzionano:
Bisogna che il Pd ricominci a parlare con gli italiani affrontando l’origine e la causa del declino e indicando la strada per la rinascita. Non possiamo continuare a essere un partito rassegnato in un Paese rassegnato. Abbiamo smesso di riflettere sull’idea di Paese che vogliamo costruire, non ci pensiamo più. Sono prevalse le esigenze delle alleanze temporanee anche per equilibri di potere. Non sono contrario alle alleanze, vanno costruite. Io ho cercato di costruire delle coalizioni, ma esse devono fondarsi su una idea condivisa dell’Italia e del suo futuro.
L’ex presidente ha fornito al Partito e alla segretaria Schlein alcuni consigli, strumenti e spunti per iniziare a riconquistare gli elettori e la loro fiducia, per fare sì che il Pd torni a essere il “perno” della trasformazione del paese e riprenda la guida dell’Italia:
Si possono prendere 10-15 parole di cui parliamo, pace, sanità, immigrazione, si chieda a 15-20 esperti, saggi, di rispondere in rete e poi il Pd va a dire cosa si è concluso. Deve essere un programma che affronti la storia in cui ci troviamo in una sinergia tra riformismo e radicalismo. Il riformismo è indispensabile, data la situazione italiana, ma accompagnato da una certa necessità di radicalismo, che avremmo definito “radicalismo dolce”.
I grandi temi, dunque, appaiono essere quelli della pace, in un momento in cui i conflitti su scala locale e globale aumentano di intensità e di numero, della sanità e dell’immigrazione. Il Sistema Sanitario Nazionale, ormai giunto secondo Prodi “a un punto di non ritorno“, necessita di essere ripensato profondamente. Per quanto concerne, invece, l’immigrazione, bisogna “fare appello l’Europa” e impegnarsi “per far diventare gli immigrati forza lavoro“. Secondo l’ex presidente del Consiglio è necessario investire forze e fondi nella difesa dei diritti sociali e nel ruolo dello Stato come innovatore.
Il discorso di Prodi si è chiuso con una standing ovation e con il ricordo della moglie, Flavia Franzoni, venuta a mancare a metà giugno. Bonaccini ha tirato le fila del discorso dell’ex presidente con le seguenti parole: “Grazie Romano perché ci hai insegnato a vincere e per vincere bisogna allargare lo sguardo ombelicale che per troppo tempo ha avuto il Pd“.