Il periodo in cui l’Agenzia delle entrate inizia ad erogare il rimborso scaturito dalla dichiarazione dei redditi si avvicina, ma può capitare che l’importo erogato sia errato. Cosa fare quando viene erogato un importo superiore o inferiore rispetto a quello spettante?
Si tratta di situazioni non eccessivamente frequenti, ma ciò non toglie che bisogna sapere bene come comportarsi in casi simili. Ecco quali sono le soluzioni.
Rimborso Agenzia delle entrate, ecco cosa fare quando l’importo è errato
Rispetto al passato, l’Agenzia delle entrate sta erogando i rimborsi scaturiti dalla dichiarazione dei redditi molto più velocemente. Tuttavia, anche se di rado, può capitare che l’importo sia superiore o inferiore a quello spettante. Insomma, qualche contribuente, anche se poco frequentemente, può vedersi accreditato un importo errato.
Cosa deve fare il contribuente? La stessa Agenzia delle entrate si è premunita di dare indicazioni ai contribuenti su cosa devono fare in simili evenienze. Naturalmente, devono contattare l’Agenzia delle entrate ed esporre il problema per regolarizzare la propria situazione.
Quando vengono eseguiti i controlli, qualora risulti un rimborso maggiore o minore, l’ente invia una comunicazione al contribuente, nella quale lo avverte dell’esistenza di un credito maggiore o minore emerso dalle operazioni di liquidazione. Seppur si tratta di operazioni automatizzate, qualche errore capita sempre.
Cosa fare quando si riceve questa comunicazione? Il contribuente ha dinnanzi due soluzioni:
- Confermare l’eventuale somma eccedente come credito nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo;
- Chiedere il rimborso per l’anno in corso.
Cosa deve fare il contribuente quando il rimborso è maggiore o minore
Come abbiamo detto, se il contribuente si accorge di avere avuto l’importo del rimborso maggiore o minore deve mettersi in contratto con l’Agenzia delle entrate e chiedere maggiori informazioni. In che modo può contattare l’Agenzia delle entrate? Ci sono due canali: quello telefonico oppure recandosi presso un ufficio territoriale dell’ente.
È sempre bene ricordare che il rimborso viene accreditato sul conto corrente e, per questo motivo, si deve controllare di aver comunicato l’Iban corretto.
Se dovessero verificarsi cambiamenti relativi all’Iban, il contribuente deve prontamente comunicarlo all’Agenzia delle entrate utilizzando il portale dedicato. In alternativa, è possibile compilare l’apposito modello da allegare ad un messaggio Pec o da consegnare a mano presso un ufficio territoriale.
Quando arrivano i rimborsi
I contribuenti che hanno presentato il modello 730/2023 riceveranno i rimborsi in tempi più brevi rispetto a chi ha presentato il modello Redditi PF.
Per chi ha presentato il modello 730, i rimborsi iniziano ad arrivare dal mese di luglio, per i lavoratori dipendenti, e dai mesi di agosto-settembre per i pensionati.
Si nota bene che i rimborsi arrivano molto velocemente, ma bisogna comunque tenere ben presente il momento in cui viene presentato il 730/2203.
I lavoratori dipendenti con sostituto d’imposta ricevono il rimborso direttamente in busta paga il mese successivo rispetto a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi. I lavoratori senza sostituto d’imposta, invece, ricevono il rimborso sul conto corrente indicato all’Agenzia delle entrate.
Per i pensionati, infine, il rimborso viene effettuato direttamente dall’Inps nella seconda mensilità successiva rispetto alla presentazione del modello 730/2023.
Rispetto a quanto abbiamo appena detto, ricordiamo che, in alcuni casi, le tempistiche potrebbero allungarsi. Si tratta di casi eccezionali in cui potrebbero verificarsi controlli da parte dell’Agenzia delle entrate. Capita, per esempio, quando l’importo del credito è molto alto e supera determinate cifre.
Sono due i casi in cui l’Agenzia delle entrate effettua controlli specifici:
- Quando sono presenti incoerenze;
- Quando il credito spettante supera 4000 euro.
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