Secondo quanto sostenuto da Vladimir Dzhabarov, primo vicepresidente del Comitato internazionale del Consiglio della Federazione, il reporter della Ria Novosti Rostislav Zhuravlev sarebbe stato ucciso dalle bombe a grappolo. L’attacco è avvenuto nei pressi del villaggio di Pyatikhatki, nella regione di Zaporizhzhia. Le bombe sarebbero state fornite a Kiev dagli Stati Uniti, a loro volta dunque ritenuti responsabili da Mosca dell’uccisione di Zhuravlev e del ferimento di altri quattro giornalisti. Il Ministero della Difesa russo ha rassicurato che per quanto riguarda i quattro feritilo stato di salute […] è moderato, stabile, non c’è pericolo di vita, vengono loro fornite tutte le cure mediche necessarie“.

Mosca accusa Kiev: “Bombe a grappolo contro i reporter russi”

Quella del reporter di Ria Novosti non è l’unica morte che ha scosso il Paese eurasiatico nelle ultime ore. Anton Cherepennikov, proprietario 40enne della Russian Iks Holding, è stato trovato morto nel suo ufficio. La Russian Iks Holding rappresenta l’azienda più rilevante nel campo della sicurezza informatica e dei sistemi operativi-investigativi e da anni collaborava con le forze dell’ordine russe. Negli anni, l’azienda ha elaborato dei sistemi per intercettare i telefoni, archiviare il traffico Internet in Russia e identificare i volti nella città di Mosca. Secondo la versione resa nota dalle fonti ufficiali, sarebbe stato un arresto cardiaco a causare la morte del manager; tuttavia, le circostanze che hanno portato alla morte rimangono abbastanza misteriose.

Sul fronte di Kiev continuano invece le partecipazioni del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a forum e vertici di rilevanza internazionale, in occasione dei quali fa sentire la voce del suo Paese. Nella giornata di il presidente ha presenziato al 14° forum annuale sulla sicurezza di Aspen, durante il quale ha dichiarato che “l’Ucraina sta gradualmente liberando i suoi territori e si avvicina il momento dell’intensificazione della controffensiva“. Le azioni di controffensiva erano state pianificate fin dalla scorsa primavera, ma sono state attuate con ampio ritardo per la mancanza di “mancavano munizioni, proiettili appropriati, armi, personale e addestramento delle nostre brigate su nuove armi“.