I sindaci della provincia di Ferrara non possono accogliere i 300 migranti in arrivo nel territorio, così come richiesto dal prefetto Rinaldo Argentieri.
In una lettera destinata ai Primi cittadini della zona, infatti, la prefettura ha richiesto la collaborazione dei Comuni per reperire 60 appartamenti per accogliere i richiedenti asilo che presto arriveranno nella provincia ferrarese. La richiesta ha incontrato, tuttavia, la più ferma opposizione dei sindaci che denunciano l’impossibilità oggettiva di reperire gli spazi per l’accoglienza.

Migranti in provincia di Ferrara, Saletti (sindaco Bondeno): “Abbiamo sempre accolto. Oggi però non abbiamo più spazi”

La richiesta di accogliere 300 migranti sul territorio rivolta dal prefetto Argentieri ai sindaci della provincia di Ferrara si è scontrata con la più ferma opposizione dei Comuni. Un fronte variegato di Primi cittadini, che va da destra a sinistra, ha fatto sapere di non poter dare seguito alla proposta avanzata dalla Prefettura.

I motivi, tuttavia, non sono da ricercare nell’ambito politico o nella mancata apertura ai migranti. Né, tantomeno, in uno scontro con il prefetto della provincia di Ferrara. I sindaci che rifiutano la possibilità di accogliere nuovi richiedenti asilo sul territorio si oppongono, infatti, per ragioni di carattere pratico. Nel territorio, infatti, non ci sono più appartamenti disponibili da destinare all’accoglienza.

Lo spiega bene, in questa intervista esclusiva realizzata dalla redazione di TAG4, Simone Saletti, sindaco di Bondeno.

Sindaco Saletti, perché Lei e altri sindaci vi opponete alla possibilità di accogliere i 300 migranti in arrivo nella provincia di Ferrara?

“Il nostro comune è da sempre estremamente accogliente. Non a caso, oltre ai luoghi pubblici come le parrocchie, i richiedenti asilo – tra cui quelli in arrivo dall’Ucraina – sono qui ospitati in spazi privati messi a disposizione dalle famiglie.

Tuttavia, qui stiamo terminando la ricostruzione dato che il nostro Comune è stato uno dei più colpiti dal sisma 2012. A Bondeno tante famiglie vivono ancora fuori casa. Come se non bastasse, l’anno scorso siamo stati colpiti da una tromba d’aria che ha provocato 40 milioni di euro di danni. Solo oggi stiamo vedendo i primi contributi economici.

In questa condizione creare un’ulteriore pressione sul territorio è onestamente troppo. Anche perché, pur volendo, non ci sono alloggi disponibili. Chi oggi vuole affittare una casa nel nostro territorio non può perché non ci sono appartamenti sul mercato, è tutto pieno”.

Il suo comune è stato colpito anche dalle gravi alluvioni di maggio?

“No, fortunatamente no. Ad agosto dello scorso anno, proprio per la gravità dell’evento subito, abbiamo avuto il riconoscimento dello stato di calamità di carattere nazionale. Questo ci ha permesso di entrare in un percorso che da primo step prevede un contributo di 5mila euro alle famiglie e 20mila alle aziende come anticipo di quello che poi saranno i conti effettivi. Per avere la ricostruzione i Comuni devono però anticipare i soldi, ottenendo solo dopo il rimborso. Capisce che non è facile”.

Avvierete una mediazione con il prefetto di Ferrara?

“Da parte mia non c’è alcun braccio di ferro con il Prefetto. Semplicemente non c’è nulla da poter mettere a disposizione, non possiamo fare più di quanto già fatto. È un problema oggettivo”.

Quanti richiedenti asilo ci sono nel comune di Bondeno?

“Nel mio comune attualmente ci sono diversi richiedenti asilo. La situazione è gestita dalla Prefettura per quanto riguarda l’accoglienza delle famiglie. Qui i migranti rimangono solo il tempo di essere incanalati in altri percorsi perché quasi tutti sono di passaggio verso l’estero. A Bondeno abbiamo la comunità Exodus e un parroco che dai tempi della guerra in Albania si dedica all’accoglienza. Pensi che quei ragazzi albanesi arrivati in Italia negli anni ’90 oggi sono imprenditori perfettamente inseriti nella nostra comunità. Non siamo un Comune contro l’accoglienza. Ma c’è un limite a tutto”.