Nel secondo giorno di protesta del ‘Centro sperimentale di cinematografia” di Roma arriva la risposta della politica alle richieste delle maestranze del cinema.

Centro Sperimentale cinematografico di Roma occupato

Per Federico Mollicone, presidente della commissione cultura della Camera, il problema non sussiste e anzi cerca di smorzare la polemica crescente giustificando un spoil system sistematico.

Una protesta che prende di mira il tentativo della Lega di voler ribaltare il sistema di governance del centro attraverso un’emendamento inserito un po’ di nascosto. Le maestranze del cinema non ci stanno e hanno deciso di attivarsi nell’occupazione delle sale del centro nel quartiere Cinecittà di Roma.

“Solo i sovrani governano a vita, non capisco la polemica, è il classico spoil system, tra l’altro decisione parlamentare, neanche governativa”

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“Ho avuto l’onore di frequentare il Centro sperimentale di Cinematografia di Roma 15 anni fa ormai. È stata una delle esperienze più belle e formative che abbia fatto. Il Centro è un orgoglio del nostro Paese, una fucina storica di talento e creatività”.

Lo scrive, in un post su Facebook, il vicepresidente del Movimento 5 stelle Riccardo Ricciardi puntando il dito contro la maggioranza e il suo famelico bisogno di occupare poltrone.

“Oggi, questo governo famelico di occupazione di potere, prova con un emendamento a stravolgerne la struttura organizzativa per nominare, oltre a tutto il Cda, anche il Comitato scientifico fino a oggi indipendente. Lo fanno nel modo più subdolo: con un emendamentino in un decreto che sarà votato con la fiducia. Se si voleva mettere mano a una delle istituzioni più antiche e prestigiose del Paese, si doveva aprire un dibattito con chi lavora nel cinema, con chi ha frequentato il Centro, con chi lo ha amministrato, con chi ci ha insegnato e proporre, nel caso, una visione organica e strutturale. Così è solo la voglia di occupare tutto, sempre con il solito retropensiero: l’idea che la cultura sia fatta in questo Paese da bolscevichi, seguaci di Lenin, che devono essere puniti”

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